TRENTO «Non si può fare una cosa senza discutere l’altra. Io e le colleghe firmatarie del disegno di legge siamo convinte che non si può correre ad aggiustare la norma sulle giunte facendo finta che non siamo l’unica regione in Italia senza la doppia preferenza di genere». L’assessora provinciale alle pari opportunità Sara Ferrari (Pd) non intende rinunciare alla battaglia.
"Trentino", 27 settembre 2015
Lo dice dopo che giovedì la commissione regionale ha dato il via libera al disegno di legge Borga (Civica Trentina) che modifica (passando dall’arrotondamento per eccesso all’arrotondamento matematico) la norma regionale che aveva fatto arrabbiare molti sindaci, quella che prevede nella giunta comunale una presenza del genere meno rappresentato (le donne) proporzionale alla presenza nel consiglio. La consigliera Pd Donata Borgonovo Re, che fa parte della commissione regionale, avverte: «Se non rafforziamo la presenza delle donne nei consigli, il problema con le giunte ci sarà sempre. Il primo intervento va fatto lì. Ma sappiamo - ammette - che questo è un lungo percorso ad ostacoli». L’assessore Josef Noggler ha garantito a Borga (che minacciava ostruzionismo) che il suo ddl non verrà emendato in aula, ovvero che il tema delle preferenze di genere avrà una corsia a sè. «Ma il passaggio in aula non può ignorare il nostro ddl», riflette Ferrari, «da parte nostra non c’è rigidità. Siamo pronte a ragionare sulle tre preferenze, con la seconda di genere diverso dalla prima, e su una distinzione tra Comuni maggiori e minori (la legge nazionale prevede la doppia preferenza sopra i 5 mila abitanti, ndr).