«Come Pd abbiamo chiesto e ottenuto una cosa molto chiara», sottolinea il vicepresidente della giunta Alessandro Olivi, «il confronto al tavolo con Stato e Veneto dovrà anteporre imprescindibilmente il quesito del “se” al dibattito sul “come”. Prima va deciso se la Valdastico Nord è coerente con un progetto complessivo di mobilità che tiene conto della scelta strategica della ferrovia e la contrarietà a nuove autostrade di solo attraversamento.
C. Bert, "Trentino", 7 settembre 2015
Solo dopo si potrà affrontare la discussione sull’utilità o meno di nuove strade». Per Olivi «è cambiata l’impostazione»: «Eventuali progetti potranno essere presi in considerazione solo se, e non dopo, aver affrontato i punti che il Trentino considera prioritari». «Non possiamo affidarci al saldo tra vantaggi e svantaggi dalla realizzazione di un’autostrada voluta da altri, dobbiamo ottenere che ci si confronti su quale modello di sviluppo e mobilità vogliamo perseguire, avendo presente che certe scelte sono irreversibili per il paesaggio, l’economia, la qualità del territorio. ».di Chiara Bert wTRENTO No a soluzioni precostituite, sì a scelte coerenti con la centralità del trasporto su ferrovia.
È attorno a questi due concetti che la Provincia di Trento giocherà le proprie carte nel comitato paritetico (con Stato e Regione Veneto) sulla Valdastico Nord. Sperando, a quel tavolo, di riuscire a convincere i veneti a rinunciare al nuovo tratto di autostrada che dovrebbe collegare Piovene Rocchette (Vicenza) con Trento e l’A22. La lettera al ministro delle infrastrutture Graziano Delrio, in cui la Provincia accetta di sedersi al tavolo dell’intesa, è finalmente partita, limata dopo le richieste del Pd trentino di rafforzare i paletti fissati dalla giunta, e in particolare subordinando ogni valutazione di eventuali progetti del tratto nord della A31 (che Zaia e Tosi hanno già pronti) agli altri punti indicati nella missiva: priorità alla mobilità su ferrovia, analisi dei dati di traffico e della sostenibilità finanziaria dell’opera. Opera che, ha ribadito soltanto una settimana fa il ministro inaugurando il tratto sud della Valdastico a Noventa Vicentina, non riceverà un euro di finanziamento dallo Stato.
Ma il nodo da sciogliere resta quello del rinnovo della concessione alla Serenissima da parte della Ue, proroga legata - dai tempi del governo Berlusconi che la inserì tra le opere strategiche - proprio alla realizzazione della Valdastico. E dunque il governo ha fatto capire, alla Provincia ma anche al Pd trentino, di essere con le mani legate e a rischio di dover pagare i danni in caso di una mancata concessione da addebitarsi ad ulteriori ritardi dell’opera. A questo punto se il governo può solo scommettere sulla rinuncia dei veneti per ragioni finanziarie (la Valdastico non si pagherebbe con i soli pedaggi), il Trentino punta a convincerli sul piano strategico. Nella lettera a Delrio, la giunta dice chiaramente che la propria partecipazione al tavolo è subordinata alle analisi delle seguenti priorità: corridoio del Brennero, con particolare riferimento alle circonvallazioni ferroviarie di Trento e Rovereto; corridoio di connessione del Trentino al Veneto, con priorità al potenziamento e all’elettrificazione della linea ferroviaria della Valsugana; infine la valutazione delle compatibilità ambientali, paesaggistiche e localizzative delle ipotesi infrastrutturali.
Per la giunta, come già espresso dal governatore Ugo Rossi e dall’assessore Mauro Gilmozzi, il comitato paritetico dovrà affrontare il dossier analizzando il tema dei collegamenti in una logica complessiva, passando in rassegna gli studi sui dati di traffico (attuali e futuri) e soprattutto riconoscere la centralità della mobilità su ferro e garantire che ogni soluzione che sarà individuata sia coerente con il sistema ferroviario. Va da sè che al tavolo la Provincia proverà a dimostrare l’incoerenza del nuovo tratto di autostrada per collegare il vicentino con Trento, quando la prospettiva è quella di potenziare il corridoio ferroviario del Brennero e, una volta realizzato il tunnel, gli snodi intermodali saranno Verona e Monaco. La missiva al ministro si chiude con la richiesta che sia garantito un «approccio oggettivo» di metodo e di valutazione: non potranno esserci soluzioni precostituite, le scelte - insiste ancora una volta la Provincia - dovranno essere coerenti con le strategie della mobilità sul piano europeo, nazionale e interregionale.