#RivadelGarda - La relazione del Segretario GABRIELE HAMEL

"Il futuro non può prescindere da un modello di partito autenticamente confederato, un partito di centrosinistra che, nella cornice più grande del socialismo europeo, sappia dialogare con il popolarismo dei territori, con gli elettori moderati delle liste civiche delle valli, un partito non più basato unicamente sul voto d'opinione delle due città, ma capace di farsi interprete dell'autogoverno dell'Autonomia non come difesa del fortino, ma come modello aperto, accogliente, solidale, innovativo."
Riva del Garda, 24 luglio 2015

 

 

"Carissimi,
Inizio questa relazione partendo dalla nostra Riva per poi toccare argomenti di più  ampio respiro che siano di stimolo alla discussione sul ruolo del Partito Democratico  in Italia e in Europa.
Il quinquennio 2010-2015 è stato complesso e molto impegnativo per il nostro Sindaco e per gli assessori e i consiglieri comunali del PD rivano. Nonostante le impervie dovute ad una maggioranza fin troppo variegata e alla diminuzione dei  trasferimenti provinciali ai Comuni, Riva è riuscita a mantenere la coesione sociale con risposte concrete ai nuclei familiari in difficoltà. Il successo del centrosinistra autonomista alle amministrative del 10 maggio a Riva si spiega soprattutto con la volontà da parte dei cittadini di premiare il Sindaco uscente, amministratore capace e stimato, timoniere esperto nelle acque della crisi economica e di una ben più preoccupante crisi di valori. 

Devo dire la verità. Non ho mai avuto dubbi sulla sua riconferma, ma la certezza della sua rielezione l'ho avuta due settimane prima delle votazioni quando in una piazza Catena gremita per le celebrazioni del 25 aprile ho visto con i miei occhi la cittadinanza commossa per le parole toccanti del suo Sindaco. Una comunità orgogliosa e piena di dignità che si stringeva intorno al suo punto di riferimento. Un'immagine che non dimenticherò mai.

Il PD rivano nei prossimi cinque anni guiderà l'azione amministrativa e non ha  intenzione di perdere tempo. Prova ne sia il necessario cambio di passo che abbiamo  imposto alla Comunità di Valle. 

Nei prossimi cinque anni andranno ottimizzate le gestioni associate che già esistono e ne andranno costruite di nuove per fare economie di scala tra i Comuni e migliorare i servizi ai cittadini, il tutto in linea con le politiche di informatizzazione e di agenda  digitale nell'erogazione dei servizi. 

L'amministrazione dovrà attivarsi per favorire e migliorare una partecipazione attiva della popolazione alle scelte amministrative, mettendo in atto modalità efficaci di incontro e di discussione sulle tematiche di interesse generale. Penso in primis ad una  costruzione partecipata del bilancio di previsione. Ogni futura decisione in materia urbanistica dovrà avere come obiettivo il “Consumo di territorio zero” salvaguardando, quindi, zone verdi e attività agricole.  

Ciò significa che a questo obiettivo dovrà essere improntata ogni variante urbanistica  e/o un nuovo PRG. Dovrà trovare compimento il progetto del Distretto Agricolo. Il Parco agricolo, unitamente alla Rete delle Riserve e con il Comune, dovrà mirare a mantenere e  migliorare in particolare la fascia agricola tra Riva del Garda ed Arco, che svolge un  importante ruolo di “corridoio” ecologico tra l’area Tombio-Rocchetta ed il monte Brione. Dovrà essere garantita inoltre attenzione e promozione al mercato contadino ed alla valorizzazione e mantenimento in efficienza delle malghe di proprietà comunale.

Il territorio comunale è attraversato dai torrenti Varone e Albola e dal rio Bordellino-Galanzana. Su questi corsi d’acqua, con il coinvolgimento del Servizio bacini Montani della P.A.T., vanno ulteriormente proposti lavori di rifacimento argini e naturalizzazione, anche nell’ottica di una migliore e più estesa gestione delle aree  verdi nella zona a sud di viale Rovereto.  

Secondo i programmi concordati ed ampiamente condivisi dai Comuni d'ambito, si  procederà a supportare la Comunità per l'avvio del nuovo sistema di raccolta porta a porta, a partire dal 2016, ponendosi così l'obiettivo di arrivare ad una percentuale di raccolta differenziata del 75% entro il 2020, con obiettivo di metà legislatura fissato  al 65%. 

In termini di ottimizzazione energetica sarà necessario promuovere l’espansione della  rete di teleriscaldamento a tutte le strutture pubbliche ed il più possibile alle abitazioni ed alle strutture private. Dovranno essere favorite le nuove tecnologie volte al  risparmio energetico ed alla produzione di energie pulite e rinnovabili.   

La tutela della qualità dell'aria è obiettivo irrinunciabile e per questo si dovrà:   

- coordinare il monitoraggio della qualità dell’aria e il potenziamento dei controlli sulle emissioni nell’atmosfera civili e industriali, anche commissionando, se del caso, ulteriori controlli all’A.P.P.A. (Agenzia Provinciale per l’Ambiente);   

- proseguire e potenziare le iniziative atte a incentivare l’uso di mezzi di trasporto alternativi all’auto individuale (p. es, oltre ai mezzi pubblici, car-pooling, car-sharing) o non inquinanti (biciclette, mezzi elettrici) o meno inquinanti (biodiesel, gpl, metano), cercando di attivare l’apertura di un distributore di metano, oggi assente  nell’Alto Garda.  

A seguito della riforma istituzionale, è la Comunità di Valle il soggetto responsabile delle politiche sociali. La Comunità, con il supporto dei Comuni, ha sintetizzato nel Piano Sociale della Comunità il quadro delle azioni e degli ambiti. Quindi, un programma sulla tutela della salute e sulle politiche sociali a Riva del Garda non può prescindere da un confronto puntuale con l'ente territoriale e con gli altri Comuni che compongono la Comunità Alto Garda e Ledro per progettare un sistema integrato di servizi alla cittadinanza.   

Alcune tematiche vanno, quindi, affrontate a livello locale in quanto ciascun territorio possiede una caratterizzazione propria; tuttavia va sempre tenuto in considerazione il fatto che molti argomenti riguardanti le tematiche sociali necessitano di uno sguardo più ampio.   

Sarà fondamentale il raccordo con la Comunità, con i Comuni vicini, con la PAT e con le varie agenzie educative, socio-sanitarie, scolastiche, lavorative che rientrano negli interventi di politica sociale: dal Privato Sociale alle APSP, dal Centro per l’impiego alle agenzie educative.   

La bellezza del nostro paesaggio tra lago e montagna è il primo valore che deve specchiarsi in un'immagine coordinata della città nell'arredo urbano, nella cura ed architettura del verde, nella pulizia e nell'ordine ambientale.   

Le motivazioni principali di vacanza legate al relax estivo e all'outdoor (bike e vela in primis) richiedono inoltre qualità di infrastrutture in grado di soddisfare e anticipare le esigenze di un mercato in rapidissima e costante evoluzione che non possono essere solo della nostra città, ma che devono coinvolgere l'intero ambito turistico del "North Garda Lake", valorizzando e sostenendo il ruolo dell'ApT InGarda Trentino quale soggetto con il quale rapportarsi per uno sviluppo coordinato e coerente, ma nel contempo esercitando responsabilmente il riconosciuto ruolo di leadership. 

Per quanto riguarda i beni culturali va proseguito l'impegno per la conservazione e la valorizzazione dei nostri monumenti più importanti quali la Rocca e la Torre Apponale, del sistema delle fortificazioni austroungariche del Monte Brione e della Tagliata del Ponale, anche con la collaborazione delle associazioni di volontariato.

Altro impegno sarà la valorizzazione del sistema della formazione musicale, composto dal Conservatorio, dalla SMAG – Scuola Musicale Alto Garda, dal nuovoLiceo musicale e coreutico, dalle scuole dei corpi bandistici e dei cori, dai corsi di MusicaRiva, favorendo forme di collaborazione fra tutti questi soggetti, le cui attività nel loro insieme si può ben dire caratterizzino Riva del Garda come “Città della Musica”.

In questo mio inizio di relazione voglio rendere merito anche al mio predecessore Alessio Zanoni. La vittoria del 10 maggio nasce anche per la sua grande capacità politica. Ha saputo essere il regista dell'accordo quadro di programma della coalizione di centrosinistra autonomista tarpando le ali oltranziste, blindando la riconferma di Mosaner in una cornice di valori imprescindibili per tutti noi. Ha ricostruito un PD rivano forte e vincente, un PD fulcro della coalizione, cerniera tra le forze ecologiste e di sinistra e quelle popolari e autonomiste.   

E la città ha apprezzato il suo lavoro con un consenso senza precedenti per un candidato alle amministrative. Riva può guardare con fiducia al futuro politico di questo generoso amministratore.

Solo un partito masochista come il nostro ha potuto pensare di togliergli la segreteria del circolo. Le regole devono essere funzionali al buon andamento di un'associazione o di una società. Quando le regole si dimostrano cervellotiche vanno cambiate. Il nostro partito, invece, preferisce mantenere risibili regole allontanando dalle posizioni chiave i suoi più capaci esponenti. 

Quando Alessio Zanoni mi ha chiamato per comunicarmi la decisione dei garanti nazionali ho scosso la testa e mi sono vergognato del PD nazionale. Nemmeno una telefonata, nemmeno un'istruttoria, nemmeno una lettera di chiarimenti all'interessato per comprendere la situazione.   

Solo una gelida email con una automatica decisione di applicazione dello Statuto nazionale, Statuto nazionale costruito pensando a realtà ben più grandi di quella trentina dove è evidentemente più complicato trovare e investire di incarichi politici differenti persone.   

Quando il Direttivo all'unanimità mi ha proposto di diventare il nuovo segretario di circolo ho meditato molto, è stata una scelta combattuta. Sarò franco. L'incarico occupa molto tempo, bisogna munirsi di tanta pazienza e soprattutto di un fegato non indifferente.

Il mio primo voto è stato a 17 anni quando, ancora adolescente, insieme a oltre tre milioni di persone ho contribuito a fondare il Partito Democratico il 14 ottobre 2007, un progetto in cui ho creduto fin da subito. 

E quel partito siamo ancora noi, noi iscritti, noi tesserati. Di fronte ad un momento di incertezza dovuto all'incompatibilità di Alessio Zanoni ho deciso, quindi, di fare un passo avanti su richiesta di tutti per il bene del Circolo con la volontà di proseguire il percorso tracciato da Alessio con incontri, dibattiti e partecipazione, per portare quindi il circolo al congresso sulle vele dell'entusiasmo generato dalla riconfermata stagione democratica.   

Ho accettato di succedere ad Alessio anche perché mi fido e ho stima del nostro Direttivo. Mi fido di Paolo Malvinni che conosco da tre anni e che per me è diventato un interlocutore imprescindibile, una persona colta e perbene su cui posso sempre contare, una persona generosa, un amico grande. 

Ho accettato perché ho grande stima della nostra consigliera Silvia Betta, di Cristina Bonora e di Maria Cristina Rizzonelli persone che mi hanno sempre detto ciò che pensavano con la massima onestà intellettuale. Il capitano di una squadra ha, infatti, sempre bisogno di compagne e compagni di squadra leali e schietti. 

Ho accettato perché i giovani Eugenio Straffelini e Clara Luehwink sono stati felici della mia nomina e nella loro freschezza di idee e nel loro entusiasmo ripongo la massima fiducia per riuscire ad avvicinare e intercettare i voti della nostra generazione, spaesata di fronte ai cattivi spettacoli che la Politica provinciale e nazionale spesso fornisce, disinteressata ad una Politica nazionale che non riesce a creare condizioni per una crescita stabile e per un futuro più roseo. 

Ho accettato perché c'era il voto favorevole anche del consigliere Giuseppe Giuliani, da cui - come è noto ai più - ci divide la simpatia per il nostro segretario-premier. Ho accettato perché il nostro capogruppo comunale Gabriele Bertoldi, il nostro consigliere Carlo Bressan e l'assessora Lucia Gatti hanno avallato con convinzione la scelta del Direttivo. 

Ho accettato perché ho molto da imparare da persone che hanno un poco più di anni di me come Tomaso Benamati e Renato Ballardini, autentiche memorie storiche della nostra Comunità. 

La mitologia greca ci insegna che quando Troia era in fiamme, Enea partì con due persone per fondare una nuova civiltà. Partì tenendo per mano il figlioletto Ascanio che rappresentava il futuro, ma cercò e ritrovò tra le fiamme il padre anziano Anchise, lo salvò e se lo mise sulle spalle perché una Comunità non ha futuro senza il suo passato, non ha futuro se non conosce la sua Storia. 

Di fronte a questa immagine antica mi viene in mente la volgarità del termine “rottamazione” e mi auguro che la stagione fiorentina si chiuda al più presto. Non dimentico, tuttavia, per chi ho rimosso le mie indecisioni accettando l'incarico. Ho accettato per tutti voi che siete i veri protagonisti del Circolo e meritate un Circolo funzionante, attivo, dinamico e non commissariato.   

Se alla fine di questo mio breve mandato vi sentirete orgogliosi di fare parte di questo Circolo, allora vorrà dire che ho agito bene e mi porterò per sempre con me questa gioia.  

Voglio tornare al PD del Trentino. Questo partito sta morendo prigioniero di regole assurde e di ricorsi ai garanti. Come siamo caduti in basso! Come siamo caduti in basso quando i nostri garanti provinciali hanno male interpretato i rapporti tra Statuto provinciale e Statuto nazionale decretando che l'Assemblea provinciale del PD del Trentino ha eletto un nuovo segretario senza i 2/3 del consesso. Qui in parte a me c'è Italo Gilmozzi, lui sì eletto segretario con i 2/3 dei voti nella difficile estate del 2013 e forte di un consenso ampio e di una stima enorme da parte di tutti ha guidato il PD del Trentino all'ottimo risultato delle provinciali 2013. 

Il nostro attuale segretario provinciale, persona certamente degnissima che va supportata e aiutata in questa delicata fase, è stato, invece, eletto con una forzatura giuridica che ha spaccato purtroppo ancor di più il nostro partito. La nostra debolezza provinciale si è ripercossa sugli equilibri della coalizione provinciale rafforzando il nostro principale alleato e indebolendo la nostra azione politica.

Stiamo subendo l'atteggiamento conservativo della coalizione sulla riforma sanitaria ma tutti noi sappiamo che Donata Borgonovo Re sta semplicemente provando a portare avanti le linee guida approvate dal suo predecessore Ugo Rossi. Il Patt passa per difensore dei punti nascita, il PD del Trentino per il killer della sanità trentina. È inaccettabile.

Penso alla Valdastico. L'intuizione di Lorenzo Dellai e del centrosinistra autonomista è stata quella di investire sulle ferrovie nel rispetto della Convenzione delle Alpi incentivando una mobilità sostenibile e intelligente sul modello mitteleuropeo. L'attuale scenario incerto, invece, cancella anni e anni di politiche sostenibili in materia ambientale e il nostro partito appare inerme, silenzioso osservatore fuori dai giochi condotti dai nostri alleati. Si progettano strade inutili e non si costruiscono, invece, collegamenti fondamentali come quello che da decenni l'Alto Garda aspetta per risolvere definitivamente i suoi  insopportabili problemi di viabilità estiva.

In questo scenario appare evidente che solo un congresso provinciale e una scaturente leadership forte e autorevole saranno in grado di rilanciare il PD del Trentino come forza politica in grado di guidare la coalizione nel 2018 superando lo spoils system delle stelle alpine che sta avvitando il nostro territorio nella manutenzione dell'ordinario senza una prospettiva riformista e dinamica che è sempre stata il cuore pulsante dell'Autonomia. 

Ho letto con interesse l'intervista di Alessandro Olivi che propone un Ulivo 2.0, un laboratorio tra Pd del Trentino e la forza politica di Lorenzo Dellai per rivitalizzare il centrosinistra autonomista. La ritengo la strada giusta. 

A pochi chilometri da qui c'è il confine con la Lombardia. Il PD lombardo il 1 marzo 2015 ha sottoposto agli iscritti nei 500 circoli lombardi vari quesiti referendari. Il primo quesito così domandava: “Sei favorevole all'abolizione delle Regioni a Statuto speciale?”. Il risultato fu clamoroso, i sì nettamente prevalenti. 

Il riconfermato governatore della Toscana Enrico Rossi, autorevole tesserato PD, in campagna elettorale a maggio 2015 si è più volte espresso per abolire le autonomie speciali. Stesse posizioni per l'ex governatore emiliano del PD Vasco Errani. Noi abbiamo la stessa tessera di partito di questi personaggi. 

Quale il futuro del PD del Trentino in questo orizzonte? Il futuro non può prescindere da un modello di partito autenticamente confederato, un partito di centrosinistra che, nella cornice più grande del socialismo europeo, sappia dialogare con il popolarismo dei territori, con gli elettori moderati delle liste civiche delle valli, un partito non più basato unicamente sul voto d'opinione delle due città, ma capace di farsi interprete dell'autogoverno dell'Autonomia non come difesa del fortino, ma come modello aperto, accogliente, solidale, innovativo. 

La nostra Autonomia e la nostra posizione di cerniera tra Mitteleuropa e Mediterraneo sono sempre state la nostra forza. Dobbiamo rivitalizzarla con i buoni esempi. La nostra Protezione civile che è corsa subito ad aiutare gli alluvionati in Liguria con il suo know-how e le sue strumentazioni all'avanguardia, i nostri Vigili del Fuoco che a migliaia si sono recati prima a L'Aquila, poi in Emilia-Romagna, poi in Veneto sono l'esempio concreto di come l'Autonomia trentina possa essere motivo di vanto per la nostra Italia.   

Il PD a trazione renziana è in grande difficoltà, le candidate governatrici ladylike in Liguria e Veneto sono state sonoramente sconfitte. L'apertura agli elettori di centrodestra è fallita. Tra l'originale e la copia gli elettori di centrodestra preferiscono l'originale. 

Le recenti elezioni regionali sono un campanello d'allarme. La boutade estiva sulla riforma della tassazione è un evidente segnale da parte del nostro premier che legge i sondaggi e si spaventa. 

Riconosco a Matteo Renzi una grande capacità comunicativa e un grande entusiasmo, ma il 40.8% di un anno fa è un pallido ricordo.  Una riforma elettorale approvata a colpi di fiducia (nemmeno il centrodestra berlusconiano approvò il Porcellum nel 2005 così), una riforma costituzionale che va avanti in Parlamento a colpi di sostituzioni di parlamentari democratici non allineati al pensiero unico, una riforma del lavoro scritta da Confindustria che ha violentato lo Statuto dei Lavoratori, una riforma della Scuola approvata mentre il nostro popolo di centrosinistra era in piazza a manifestare contro una riforma che produrrà clientelismo all'interno di un luogo sacro quale è il tempio dell'Istruzione pubblica. È, quindi, necessario rendere effettivo un modello confederato per non rimanere compromessi con la parabola del PD nazionale con concavità rivolta verso il basso.

Ma non è il solo PD nazionale ad essere in difficoltà, sono tutte le socialdemocrazie europee, incapaci di rispondere alle ricette del PPE a trazione Merkel-Schauble. L'austerity con cui Angela Merkel e il suo potente ministro delle finanze Wolfgang Schauble hanno arricchito i tedeschi e impoverito gli altri europei si è dimostrata un grande affare per la Germania e una condanna per i Paesi UE del Mediterraneo.  Quando un debitore è in difficoltà è disposto a vendere la sua argenteria a prezzi ribassati e questo è successo agli aeroporti greci, a tante società partecipate greche, spagnole e italiane nei più svariati settori dell'economia diventate proprietà delle multinazionali e dei colossi di Angela Merkel. 

Un lungimirante Enzo Biagi in un dialogo con Indro Montanelli aveva capito tutto già quindici anni fa quando profetizzò che l'Europa sarebbe passata dalla dittatura delle quadrate legioni a quella dei quadrati bilanci. 

Barack Obama, invece, ha fatto ripartire gli Stati Uniti aumentando la spesa pubblica aiutato, poi, da una politica monetaria fortemente espansiva da parte della Federal Reserve. Oggi gli Stati Uniti sono in salute e possono ripagare i debiti accumulati. La crisi non c'è più al di là dell'Oceano, la crisi non c'è più nei paesi europei he non fanno parte dell'Eurozona.   

Mario Draghi e Christine Lagarde hanno recentemente condannato le posizioni dei falchi del rigore, posizioni politiche vergognose che hanno di fatto portato la Grecia ad un passo dall'uscita dall'euro e l'Eurozona ad un passo dalla disgregazione. L'uscita della Grecia dall'euro avrebbe cancellato il dogma dell'irreversibilità della moneta unica facendo precipitare il nostro continente in sentieri ignoti, sicura carne da macello per la speculazione finanziaria.   

Le socialdemocrazie non hanno saputo fare propri i programmi economici di Stiglitz, Krugman e Piketty sposando, invece, le dannose ricette dei falchi del rigore. La crisi è come la siccità, la spesa pubblica è come l'acqua. Quando c'è siccità c'è bisogno di acqua.  Quando si sta bene, invece, si può risparmiare, si deve risparmiare l'acqua preparandosi per i momenti in cui se ne avrà bisogno. Obama l'ha capito, l'Europa no. 

E noi tutti ne paghiamo le conseguenze. E le conseguenze vengono pagate dagli amministratori degli enti locali che hanno una ridotta capacità di rispondere ai crescenti problemi dei cittadini dovuti a rigidi vincoli di spesa che non distinguono enti locali storicamente virtuosi ed enti locali spendaccioni. Considerare tutti gli enti locali allo stesso modo è il segno evidente dell'assurda stupidità dei vincoli europei.  

Ora è chiaro a tutti che non è la stabilità a generare crescita, ma è la crescita a generare stabilità e tutti gli sforzi europei devono andare nella direzione di una ripresa degli investimenti pubblici e di una maggiore libertà di alzare il deficit/PIL per dare ossigeno e libertà di manovra agli Stati membri. I tiepidi segnali di ripresa che derivano da una ritrovata fiducia delle imprese non possono essere soffocati. Vanno incoraggiati in ogni modo. 

L'Unione Europea ha un ottimo governatore della banca centrale, un governatore che ha saputo – lui sì – piegare le resistenze della Bundesbank e attuare una politica monetaria di Quantitative easing in grado di fermare la spirale deflattiva e rimettere in circolazione liquidità. 

Ma oggi all'Unione Europea manca una socialdemocrazia che sappia ridare slancio al sogno di una Europa unita, al sogno di uno Stato federale europeo, al sogno di un unico debito pubblico europeo, al sogno degli eurobonds, al sogno di un salario minimo europeo per impedire ai Paesi dell'Est Europa di fare concorrenza sleale sul costo del lavoro, al sogno di istituzioni europee democraticamente elette come succede già per il Parlamento europeo. 

Se non faranno questo le socialdemocrazie e il nostro PD saranno destinate a fare la fine del Pasok greco, il cui establishment si è compromesso con l'austerity. Gli elettori delle destre europee continueranno a votare per i partiti popolari, mentre gli elettori del PSE sposteranno le loro preferenze verso partiti sicuramente populisti, ma con connotati più socialisti: penso a Syriza che ha trionfato a gennaio guidata dal giovane ingegnere quarantenne Alexis Tsipras in una Grecia devastata e impoverita dalle politiche fallimentari a cui è stata sottoposta, penso a Podemos che trionferà a novembre nelle elezioni in Spagna e porterà al premierato il suo giovane leader Pablo Iglesias, penso al Movimento 5 Stelle che ormai dista solo quattro punti percentuali dal nostro PD e si candida pericolosamente ad andare al ballottaggio col nuovo Italicum nel 2018. 

E dall'altra parte dello scacchiere politico in tutta Europa si consolidano movimenti di estrema destra euroscettici come il Front National di Marine Le Pen e la Lega Nord di Salvini che propongono scellerate uscite dall'euro e dal percorso comunitario. Propongono il ritorno alle sovranità nazionali incapaci di comprendere che in un mondo globalizzato questo continente potrà essere competitivo con gli Stati Uniti e i giganti asiatici soltanto se si compatterà politicamente. 

Le destre stanno distruggendo il sogno degli Stati Uniti d'Europa. È compito dei riformisti e della famiglia socialista cambiare in senso democratico e federale questa Unione Europea. L'Unione europea ha, infatti, davanti due strade: o evolvere o scomparire. O prepararsi uniti ad affrontare le sfide di un mondo globalizzato o soccombere davanti alle divisioni.   

Che spettacolo indecoroso, che vergogna vedere i francesi far dormire bimbi e donne incinte sugli scogli davanti a Ventimiglia.

Che vergogna i poliziotti austriaci che fanno scendere al Brennero i rifugiati.

Che vergogna questa Europa incapace di solidarizzare con Italia, Grecia e Spagna che con le sole loro risorse devono farsi carico dell'intero drammatico fenomeno migratorio.  

Che vergogna questa Europa che ha dimenticato le sue radici. 

Quando il campo di concentramento di Dachau stava per essere liberato dagli alleati, i sopravvissuti della Shoah e i prigionieri del campo cercarono i brandelli di stoffa più colorati, strapparono decorazioni dalle divise abbandonate e toppe dai vestiti per terra per comporre una scritta che fosse della tonalità più vivace possibile. Riunirono tutti i pezzi e composero la parola “Europa”. Dalla tragedia è nato un sogno. L'Europa libera e unita. Un'Europa unita che sappia rilanciare l'occupazione e la crescita perché non può essere solo una moneta ad unirci. Devono essere i valori ad unirci. La solidarietà, il  rispetto reciproco, la libertà, l'uguaglianza, le pari opportunità, la laicità. 

Fare questo significa togliere la polvere dal Manifesto di Ventotene ed essere in grado di prepararci alle sfide del presente e del futuro: una crisi che non sembra mai finire, un crimine organizzato che allunga in modo sempre più pervasivo le proprie mani su interi settori dell'economia europea, la lotta alla corruzione e all'evasione, il contrasto al terrorismo e ai fanatismi religiosi con una più marcata cooperazione in materia di giustizia e di sicurezza comune, una risposta univoca ai disperati che scappano da guerre e carestie per trovare un futuro di pace. 

È questo il cambio di rotta di cui si deve fare interprete il principale partito del socialismo europeo e cioè il nostro Partito Democratico. 

Tornando alle vicende di casa nostra dobbiamo essere orgogliosi: orgogliosi perché consapevoli che il nostro circolo può e deve essere modello per il resto del Trentino.  Lo spiego condividendo con voi le parole di Renato Ballardini in una splendida intervista al numero 473 di maggio della rivista “UCT, Uomo, Città, Territorio”:  “Solo a Riva del Garda il centrosinistra ed in particolare il Partito Democratico hanno ottenuto un successo pienamente soddisfacente. Ma il Sindaco uscente e riconfermato non ha fatto miracoli tali da meritare questo risultato. Esso si spiega nel lavoro svolto dal Circolo locale sotto la direzione di Alessio Zanoni che ha promosso nei mesi precedenti le elezioni una serie fittissima di incontri con i cittadini per discutere collegialmente un programma articolato sui vari problemi della città. In questi incontri elettrici ed elettori, anche giovani, hanno avuto la percezione di essere partecipi e protagonisti della politica. E persino i rapporti tra i partiti della coalizione sono stati oggetto di trattative alla luce del sole che hanno riguardato anche la formazione delle liste. Ecco a Riva il Partito Democratico ha funzionato come deve funzionare un partito. La Politica non è fatta di miracoli. È fatta di partecipazione”.

E la partecipazione di tutti voi alla vita del Circolo, resa effettiva dal tesseramento, sarà la stella polare del mio mandato da segretario con incontri cadenzati in autunno, inverno e primavera sulle tematiche che poi il nostro gruppo consigliare e i nostri  amministratori dovranno portare avanti.

Il PD siete voi, il PD siamo tutti noi. 

In autunno affronteremo temi fondamentali che con il capogruppo Gabriele Bertoldi abbiamo già indicato nella e-mail che avete ricevuto. Su tutti il tema del lavoro, la fusione dei comuni, le gestioni associate, la viabilità urbana, il turismo, l'economia, la rete culturale e museale.   

Una squadra ottiene risultati se tutti i suoi membri sono partecipi al lavoro comune. Questo è il senso dello stare insieme, questo è il senso di essere comunità, questo è il senso di essere, oggi, Partito Democratico. 

  

Grazie"