Il Responsabile per le Infrastrutture ha incontrato il governatore Rossi, il vice Olivi e l'assessore Gilmozzi a margine dell'inaugurazione della nuova sede dell'Itas. Elogio dell' "autonomia responsabile" del Trentino che "guarda al suo territorio ma anche all'Italia, perché se il successo non è dell'Italia è di poco respiro".
L. Patruno, "L'Adige", 29 aprile 2015
Per una volta anche la Provincia di Trento, che è abituata ormai da anni a fare da sola e a dare e non a ricevere dallo Stato - soprattutto dal patto di Milano del 2009 - ha deciso di chiedere soldi al governo. Lo hanno fatto ieri mattina, al termine dell'inaugurazione di Casa Itas alle Albere, il governatore Ugo Rossi con il vicepresidente Alessandro Olivi, e l'assessore all'ambiente e lavori pubblici, Mauro Gilmozzi, presentando al ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio , un elenco di opere per la difesa del territorio, per un totale di 90 milioni di euro di interventi, per le quali il Trentino chiede di poter accedere, al pari delle altre Regioni, allo specifico fondo nazionale contro il dissesto idrogeologico.
E il ministro non ha chiuso la porta, anzi, ha lasciato buona speranze dichiarando al termine dell'incontro: «Abbiamo ragionato con il presidente Rossi di questo, come sapete il governo ha un piano molto importante per il dissesto idrogeologico sul quale mette importanti risorse e chi ha progetti pronti e chianterabili sicuramente avrà un'attenzione».
L'assessore Gilmozzi precisa i contenuti dell'elenco di opere consegnato - come anticipato ieri all' Adige - con il quale si punta in particolare a mettere in sicurezza la città di Trento e Borgo Valsugana, che sono oggi i centri abitati più a rischio per quanto riguarda le alluvioni.
«Noi abbiamo presentato interventi cantierabili - dice l'assessore - per 90 milioni di euro, per alcuni di questi però il piano nazionale prevede un cofinanziamento al 50% da parte della Provincia. Realisticamente ritengo che si possa sperare di ottenere finanziamenti per 40 milioni di euro per la difesa del suolo. Le opere su cui ci concentriamo sono la messa in sicurezza della città di Trento con l'intervento per svuotare l'invaso di Stramentizzo, per il quale è previsto però che faccia la sua parte il titolare della concessione idroelettrica, come previsto dagli accordi, e poi la messa in sicurezza dell'Adige in città. Gli altri interventi prioritari riguardano Borgo e il Brenta».
L'incontro fra il ministro renziano ed ex sottosegretario alla presidenza del consiglio con i vertici della Provincia, insieme al sindaco di Trento, Alessandro Andreatta , a margine dell'inaugurazione della nuova sede dell'Itas, non è durato molto, visti gli impegni del ministro, ma ha consentito di parlare anche di altri temi caldi come la concessione dell'Autobrennero (vedi sotto) e la situazione politica nazionale.
Durante la cerimonia, nel palco di piazza delle Donne lavoratrici, il ministro del Pd non si è scordato della campagna elettorale in corso per la guida della città e non ha mancato di elogiare il sindaco Alessandro Andreatta e l'«amministrazione responsabile» dell'autonomia della giunta di Ugo Rossi.
«Il Trentino - ha detto Delrio - si merita da parte del governo un pregiudizio positivo per come sta amministrando e per come legge il futuro. La parola chiave è responsabilità, perché c'è un tipo di autonomia cialtrona, che sa solo chiedere, e un'altra che sa usare le risorse per creare ricchezza e benessere sociale nel territorio ma ha anche la capacità di contribuire al risanamento del bilancio dello Stato».
«A Roma guardiamo ai modelli di responsabilità - ha aggiunto - con grande ammirazione nei valori quali la cura del territorio, ma che sa guardare all'Italia perché se non c'è il successo dell'Italia è un'autonomia di poco respiro».