Il partito dei Trentini? Un'idea «vecchia e superata» che non serve per rendere competitivo il Trentino con gli altri territori. Alessandro Olivi, vicepresidente della giunta provinciale ed esponente del Pd, risponde a muso duro alla proposta lanciata ieri dal segretario e senatore del Patt, Franco Panizza. Annunciando una vicina assemblea programmatica, Panizza ha chiarito di voler lanciare una nuova fase del Patt che diventerebbe di fatto l'alternativa al Pd, dando risposte a tutti gli elettori che si sentono prima di tutto trentini.
"L'Adige", 23 aprile 2015
Olivi: progetto che non esiste
«Il Partito dei trentini? Non esiste e non esisterà mai. È un'idea che ritorna ma al tempo stesso vecchia ed impraticabile». Così Olivi liquida la proposta di Panizza, perché, spiega il vice di Ugo Rossi, «è una ricetta semplificatoria, tattica, che tende a rimpicciolire il Trentino, e ad isolarlo. È evidente che più che ad un partito di raccolta di cui in Trentino non vi sono i presupposti sul piano culturale, il Patt così facendo mira a creare un'area politica che per legittimarsi è costretta a rievocare una vecchia idea di consociativismo con pericolose incursioni sul terreno della destra». Panizza, peraltro, «ha ragione su un punto: vi sono oggi intere praterie elettorali orfane di un progetto politico». Ma. per Olivi «è il Pd che deve occuparsi di questo nuovo campo». Un Pd che deve diventare «forza interclassista, attrattiva, facendo evolvere la sua vocazione originaria di casa dei riformisti e dei popolari». «Contro i rigurgiti centralisti - conclude Olivi - non servono tanti piccoli partiti territoriali, ma una forza trainante».
E Alessio Manica, capogruppo del Pd in Consiglio provinciale, spiega che le proposte di Panizza «risultano essere l'ennesima fonte di fibrillazione all'interno della coalizione di centrosinistra autonomista. Una coalizione che, a partire dai segretari politici dei partiti che la compongono, dovrebbe essere assai concentrata sul prossimo appuntamento elettorale, e assai meno su futuribili scenari che il segretario del Patt vede pronti a registrare l'ascesa di un partito "territoriale", "globale" e per "l'Euregio". Insomma, tutto fuorché italiano».
Upt all'attacco: Panizza sbaglia
Panizza, attacca Donatella Conzatti, segretario dell'Upt, «in piena campagna elettorale lancia l'ennesima "opa" con l'idea di un'assemblea organizzativa del proprio partito». Per Conzatti due gli errori di Panizza. Il primo: «l'autonomia trentina è nata, è cresciuta, è stata difesa, non da un partito autonomista, ma da un partito nazionale, popolare, tradizionale, territoriale come era la Democrazia Cristiana. Perché questo? Semplicemente perché il territorio Trentino non ha le caratteristiche, la storia, la lingua dell'Alto Adige». Il secondo «errore di Panizza è di non considerare questa appartenenza, questo essere politicamente popolari, territoriali, cattolici (il sentirsi cultori di questo territorio), come ragione di orgoglio e principio di appartenenza. Secondo Panizza, quello che serve è un vago partito moderato, ispirato all'autonomismo. Come se fosse un cappello piumato a preservare la nostra terra dagli attacchi» conclude Conzatti. Dell'Upt è anche Gianpiero Passamani, che come capogruppo consigliare bacchetta Panizza per la proposta di un nuovo partito: «Caro Franco - scrive Passamani - non ci sembra questo il momento, con centinaia di persone impegnate per le comunali, di fare uscite di questo tipo». «Impegniamoci lealmente e finiamo bene il lavoro che stiamo facendo, poi, alla conclusione delle comunali, valutiamo eventuali percorsi. Altrimenti il rischio è quello di stracciare alleanze e collaborazioni che durano da tempo in nome di boutade elettorali sterili e poco comprensibili» aggiunge Passamani. Per il capogruppo Upt poi Panizza sbaglia quando dice che serve un «Patt più forte per difendere l'Autonomia. Ci permettiamo di correggerlo: serve oggi un Trentino più forte, unito nel rappresentare le sue prerogative a Roma grazie all'arricchimento portato dai differenti partiti e movimenti civili. L'Autonomia è di tutte le associazioni, i movimenti, i partiti di tutte le trentine e i trentini ? per essere chiari ed esaustivi - che quotidianamente si spendono non solo per difenderla, azione sacrosanta in questa fase di forte accentramento, ma anche e soprattutto per migliorarla e attualizzarla. Per dirla con uno slogan: "il Trentino è dei trentini" e non del Patt, con buona pace del suo segretario».