Borgonovo Re gela l'annuncio di Flor

«Mi viene da dire che: un bel tacer non fu mai scritto. L'intervista del direttore Flor è stata inopportuna e inappropriata perché si è anticipata come una decisione già presa quella che invece è solo un'idea in una fase embrionale della discussione».

Interviene Olivi: ha ragione Borgonovo Re combinare eccellenza e efficienza si può.
L. Patruno, "L'Adige", 2 e 3 marzo 2015


L'assessora provinciale alla salute, Donata Borgonovo Re, non è una persona che perde le staffe facilmente o che alza la voce, ma pur mantenendo i toni e il fare garbato che le sono propri, ieri non riusciva a nascondere di essere su tutte le furie per l'anticipazione confermata ieri all' Adige dal direttore generale dell'Azienda sanitaria, Luciano Flor, della volontà di concentrare sull'ospedale di Rovereto un unico polo delle neuroscienze, spostando qui i reparti di neurologia e neurochirurgia oggi divisi fra Trento e Rovereto nell'arco di un anno e mezzo, e allo stesso modo di realizzare «poli specialistici» anche riguardo ad altri reparti ora divisi sui due ospedali, come nel caso di oculistica. Secondo Flor, infatti, non si può «aspettare il Not per riorganizzare».


Assessora Borgonovo Re, il direttore Flor ha confermato ieri all'Adige quanto aveva accennato nei giorni scorsi nell'incontro con i medici. Ha dato anche i tempi di questo progetto sui poli specialistici di Rovereto e Trento, dicendo che si potrebbe essere operativi in un anno e mezzo. È così?
Dopo l'incontro tra Flor e i medici nel quale era uscita per la prima volta pubblicamente questa ipotesi io avevo deciso volutamente di non dire nulla, perché avevo visto che non c'erano dichiarazioni virgolettate ma erano indiscrezioni. Ma ora che il direttore generale ha deciso di rilasciare un'intervista io devo intervenire, non per tarpare le ali ma per chiarire che se anche ci sono delle riflessioni in corso su questa ipotesi, sono solo a livello embrionale, il tema va ancora approfondito con i professionisti coinvolti, e parlare ora di tempi è come mettere il carro davanti ai buoi.
Quindi vuole dire che la Provincia non ha deciso di realizzare un polo delle neuroscienze a Rovereto e riorganizzare i reparti su poli specialistici? Ma intende farlo?
È solo un'idea che si sta valutando. E per questo ritengo sia stato inopportuno anticipare la cosa quando una decisione non è ancora stata presa: vuol dire non sapere distinguere un desiderio o una propria visione personale da un percorso aziendale e della Provincia che non si è ancora concluso.
Visto che il nuovo bando per il Not è ancora in fase di elaborazione, oltre agli aspetti finanziari state pensando di rimettere mano anche alle caratteristiche tecniche del progetto?
È una opzione che stiamo valutando. Gli aspetti finanziari stanno prendendo più tempo del previsto, ma non tutti i mali vengono per nuocere e quindi stiamo facendo anche delle verifiche per ripartire con una nuova progettualità tenendo conto delle funzioni dell'ospedale proiettate nel futuro.

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Sarà un rinnovato clima di fiducia in giunta provinciale, o forse nuovi rapporti all'interno del Partito democratico, sta di fatto che il vicepresidente della giunta provinciale, Alessandro Olivi, ieri ha preso posizione sul futuro dell'ospedale di Rovereto schierandosi al fianco dell'assessore alla Salute Donata Borgonovo Re, sua compagna di partito e di giunta.
Nei giorni scorsi si è acceso un dibattito sulla possibilità che al Santa Maria del Carmine vengano accentrati i reparti che si occupano in particolare delle patologie legate a neurologia e in genere a tutto quello che fa parte della «testa-collo». 
Olivi sottolinea che «vi è stata una accelerazione nel dibattito interno alle strutture tecniche dell'Azienda sanitaria circa le possibili prospettive future dell'ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto prefigurando la costituzione di un polo specialistico sulle patologie "capo-collo" e conseguente migrazione a Trento di altri reparti».
Olivi spiega che tuttavia non vuole entrare nel merito tecnico «della proposta quanto ribadire ciò che ha correttamente dichiarato la collega di giunta Borgonovo Re: le scelte di impostazione strategica della nuova rete ospedaliera spettano alla politica».
Un principio apparentemente scontato, perché la fuga in avanti del direttore dell'Azienda sanitaria, Luciano Flor, che aveva annunciato al nostro giornale questa decisione, era stata poi pesantemente bacchettata dall'assessora. Così, anche Olivi vuole rassicurare gli operatori sanitari roveretani: «Un principio peraltro mi pare inamovibile: la specializzazione, che io condivido, non può essere la conseguenza dell'applicazione astratta di parametri quantitativi e di indici di misura solo numerici.
Occorre infatti partire dalle competenze accumulate, dalle innovazioni realizzate, dalla necessaria continuità degli impegni e - sottolinea il vicepresidente provinciale - delle storie del personale medico che si è speso in questi anni».
Il massimo esponente provinciale del Pd in giunta ci tiene a sottolineare che «obiettivi di progressiva specializzazione tra i due nosocomi principali del Trentino vanno certamente perseguiti ma senza smobilitare e soprattutto senza costruire barriere tra l'alta tecnologia ed una struttura organizzativi e di servizi che garantiscono un rapporto stretto ed umano con i pazienti. L'eccellenza infatti può ben essere combinata con un essenziale e non derogabile livello di multidisciplinarità ed integrazione tra le diverse aree di intervento in un ospedale che deve mantenere il rango di struttura policentrica».
Parole che forse mettono fine ad alcune ipotesi sullo spostamento all'ospedale roveretano di tutta la parte di neuroscienze e, magari, la smobilitazione di altri reparti. Olivi non si era mai speso in questo modo sull'ospedale roveretano, ritenendolo materia evidentemente non sua.