Preferenze di genere "affossate"

Niente da fare ieri in consiglio regionale per il disegno di legge che punta a introdurre la doppia preferenza di genere (ovvero la possibilità di esprimere due preferenze ma solo se di genere diverso, una donna e un uomo, pena la decadenza della seconda) nei comuni sopra i 3.000 abitanti in Trentino.
L. Patruno, "L'Adige", 12 febbraio 2015

 


L'ostruzionismo delle minoranze trentine e altoatesine, che oltre ad aver depositato più di 1.500 emendamenti hanno presentato tre ordini del giorno con corposi allegati, di cui hanno chiesto la traduzione in tedesco, ha impedito ieri pomeriggio che proseguisse con i lavori.
Il regolamento infatti stabilisce che i consiglieri abbiano a disposizione tutti gli atti tradotti e ieri gli allegati non lo erano. Dunque la presidente Chiara Avanzo nel pomeriggio verso le 17, di fronte all'esplicito rifiuto espresso da Andreas Pöder di discutere un ordine del giorno con parti non tradotte ha deciso di chiudere la seduta convocando i capigruppo per fissare una nuova seduta che si terrà nell'ultima settimana di febbraio. Perché la nuova norma possa entrare in vigore in tempo per essere applicata alle elezioni comunali del 10 maggio è necessario infatti che si approvi la legge entro febbraio.
È chiaro che ormai appare molto improbabile che la legge, che vede come prima firmataria l'assessora provinciale Sara Ferrari (Pd), possa andare in porto anche perché ieri le proposte di mediazione della maggioranza si sono scontrate soprattutto con il no di Rodolfo Borga (Civica Trentina) e di Maurizio Fugatti (Lega nord), più disponibili invece gli altri, in particolare Progetto Trentino, a considerare l'emendamento che prevede di portare le preferenze da due a tre con una di genere diverso. 
Ieri Borga ha respinto la proposta chiedendo per contro le tre preferenze ma per i comuni sopra i 5.000 abitanti come previsto a livello nazionale e soprattutto l'applicazione di questa regola anche all'Alto Adige forte del fatto che la Svp ha già detto no all'introduzione delle preferenze di genere nei comuni altoatesini costringendo infatti la maggioranza trentina a limitare la nuova norma al territorio provinciale. Oltre tutto, anche nel Patt c'è chi è contrario. Walter Kaswalder ha detto ieri che visto che c'è il parere contrario del Consorzio dei Comuni non va approvato. La preferenza di genere è prevista in tutto il resto d'Italia per i comuni sopra i 5.000 abitanti dal 2012, così come per i consigli regionali. «Il Trentino Alto Adige - ha detto ieri Ferrari - è in una situazione di retroguardia». L.P.