Educare al rispetto delle donne

Oggi, mercoledì 9 ottobre, alle ore 20.45, presso la Sala circoscrizionale di Clarina (Trento), avrà luogo l’incontro pubblico “Educare al rispetto delle donne: Stop a violenza e discriminazioni Politiche per assicurare la possibilità di lavoro” al quale parteciperò come Capolista del Partito Democratico del Trentino alle elezioni provinciali del 27 ottobre insieme alle due donne candidate Monica Baggia e Violetta Plotegher.
Alessandro Olivi, 9 ottobre 2013

Le imprese femminili, in Italia, pur essendo mediamente più solide e affidabili nel rientro del capitale, hanno una maggiore difficoltà di accesso al credito, con tassi di interesse molto più alti di imprese analoghe ma a conduzione “maschile”. Credo che in questo semplice dato diffuso nei giorni scorsi dalla Banca d’Italia, ci sia l’evidenza di tutto il lavoro che ancora c’è da fare per poter parlare compiutamente di rispetto delle donne. E non mi riferisco soltanto alla dimensione economica, come in questo esempio: il ruolo della donna nella nostra comunità deve essere ripensato trasversalmente ed in maniera organica, dalla sfera individuale a quella familiare, dall’ambito lavorativo a quello sociale.

Negli ultimi anni, riformando la legge sugli aiuti all’economia, ci siamo proposti di favorire la nascita o lo sviluppo delle imprese femminile: in questo modo sosteniamo l’auto impiego delle donne, troppo spesso relegate ai margini del mercato del lavoro, in un contesto in cui la bassa occupazione femminile è una delle cause della scarsa crescita. Si sono previsti specifici ed innovativi interventi per favorire la costituzione e lo sviluppo di imprese e si sono introdotti anche alcuni strumenti che riguardano “il tempo”, come contributi in conto capitale per sostenere i costi inerenti ai contributi previdenziali per figli e familiari.

Sono consapevole che il problema è molto più vasto: però agire sulla leva del lavoro – non esiste altra attività come il lavoro di dare dignità all’essere umano – è indispensabile perché si faccia strada una cultura diversa, che sappia fare delle differenze di genere una risorsa e non un ostacolo, come spesso accade.
Del resto, anche stasera, nel titolo, è presente l’idea che comunque la gestione delle politiche di genere debba passare anche per la dimensione economica.

Prima di tutto, occorre dire un no fermo e deciso ad ogni tipo di violenza, sia fisica che psicologica. Il consenso, su questo tema, è unanime, però la differenza la fa il perseguire una strada che cerchi di estirpare completamente la violenza sulle donne nella nostra società. Ma subito dopo, occorre praticare una politica di incentivazione concreta al lavoro femminile, sia imprenditoriale che dipendente.

Il nodo – sul quale crediamo molto – è quello di un Trentino che sappia creare opportunità: per le imprese, per i cittadini, per le fasce più deboli, per i giovani, per le donne. Oltre a contribuire ad eliminare alla radice discriminazioni, violenze, soprusi, offrire opportunità significa anche combattere quella diffusa “cultura della differenza” cui inneggiano in molti – tanti anche tra i nostri avversari delle prossime elezioni provinciali.