Settimane linguistiche estive negli istituti comprensivi: inopportuno che siano affidate a privati con costi a carico delle famiglie

La consigliera provinciale del PD del Trentino Francesca Parolari ha depositato un’interrogazione in merito all’organizzazione, da parte degli istituti comprensivi pubblici, di settimane linguistiche estive per rinforzare l’apprendimento linguistico.
Trento, 11 aprile 2024 

Non ci sarebbe nulla da eccepire, visto l’importanza di offrire alle/agli studenti la possibilità di accrescere la conoscenza delle lingue straniere, se non fosse che questi corsi sono gestiti da soggetti privati e il costo è a carico delle famiglie.

In particolare, la consigliera Parolari riporta nell’ interrogazione il caso dell’Istituto Comprensivo di Villa Lagarina che ha promosso l’organizzazione di settimane linguistiche in collaborazione con i privati al costo di € 240,00 a settimana (€ 210,00 nel caso di part time) con una scontistica variabile fra il 20 e il 30% nel caso le famiglie siano socie di uno dei due istituti bancari trentini che sostengono l'iniziativa. L’istituto comprensivo inoltre ha messo a disposizione, attraverso il PNRR, n. 14 posti gratuiti per ciascuna settimana destinati a bambini di quinta della scuola primaria e del primo anno di scuola secondaria. 

Ciò che però solleva profonde perplessità secondo la consigliera è che, per rafforzare l’apprendimento linguistico che gli alunni hanno maturato nel corso dell’anno scolastico e che la scuola pubblica dovrebbe garantire a tutti, gli istituti comprensivi invitino le famiglie ad aderire, durante l’estate, a proposte formative erogate in collaborazione con soggetti privati, ponendo, al netto dei finanziamenti PNRR e dei contributi degli istituti bancari, il costo a carico delle stesse famiglie.

Per questo  motivo la consigliera ha chiesto alla giunta quanti siano i casi simili sul territorio provinciale e, soprattutto - afferma Parolari -  “se non si ritenga inopportuno che il rinforzo dell’apprendimento linguistico, qualora la scuola ne ravvisi la necessità, sia affidato a privati con costi gravanti sulle famiglie e non debba piuttosto essere sempre posto a carico del servizio di istruzione pubblica.”

 

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