Il percorso dell’anziano nella fase post-ospedaliera: perchè ci sono differenze di trattamento nelle modalità di presa in carico?

La consigliera provinciale del Partito Democratico del Trentino Francesca Parolari interroga la Giunta sul percorso dell’anziano nella fase successiva al ricovero ospedaliero. Cosa accade quando la fase acuta della malattia è cessata, ma non sussistono le condizioni per un rientro a domicilio del familiare anziano?
Trento, 29 marzo 2024

“Qui inizia per alcune famiglie una vera e propria odissea nella disperata ricerca di una soluzione”  - afferma la consigliera Parolari -  Queste famiglie lamentano spesso di sentirsi abbandonate. L’urgenza e la preoccupazione, inoltre, gettano le famiglie nel panico”.

A tale proposito deve essere fatta luce su un aspetto che desta preoccupazione. Come mai, quando il paziente viene dimesso da una casa di cura accreditata e convenzionata, a cui in origine era stato inviato dallo stesso pronto soccorso/ospedale pubblico, in alcuni casi non sembra esserci una presa in carico dell’anziano e non sembra possibile l’inserimento in strutture di lungodegenza o di cure intermedie, mentre ciò avviene quando viene dimesso dalla struttura ospedaliera pubblica?

Per questo motivo la consigliera Parolari ha depositato un'interrogazione per sapere se corrisponde al vero che un anziano, accolto su invio del pronto soccorso/ospedale pubblico in area degenza per acuti di una casa di cura privata accreditata e convenzionata, al termine del ricovero non sempre può accedere alle strutture di lungodegenza, di cure intermedie e residenze sanitarie territoriali di supporto accreditate e convenzionate con l’APSS, in quali casi ciò si verifica e quali sono le ragioni che sottostanno a questa scelta che genera difformità di trattamento rispetto a pazienti presi in cura in ospedali pubblici.

 

IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE