Tela rubata, Sgarbi indagato. Il caso si fa anche trentino, Manica (Pd): «Via dal Mart». Gerosa: «Di nomine non abbiamo parlato»

Autoriciclaggio di beni culturali: sarebbe questa l’accusa al sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, contenuta in un fascicolo della procura di Macerata, che ha ricevuto gli atti da quella di Imperia perché Sgarbi risiede a San Severino Marche. Il caso riguarda il furto di un quadro caravaggesco del ‘600 attribuito al senese Rutilio Manetti, La cattura di San Pietro.
S. Casciano, "Il T Quotidiano", 10 gennaio 2024

Del caso si sono occupate anche due inchieste condotte dal Fatto Quotidiano e della trasmissione televisiva Report. L’accusa formulata è che il quadro trafugato nel 2013 sia lo stesso ricomparso in una mostra curata da Sgarbi a Lucca nel 2021 e di sua proprietà. «Ancora una volta Il fatto mente, utilizzando informazioni riservate e del tutto ignote a me e al mio avvocato. Io non ho ricevuto nessun avviso d’indagine. Né saprei come essere indagato di un furto che non ho commesso», ha affermato in una nota Sgarbi. «Da questa notizia risulta una palese violazione del segreto istruttorio, l’unico reato di cui ci sia evidenza -spiega il critico d’arte- Da quello che si legge, l’opera è stata malamente tagliata. E quella in mio possesso è in buone condizioni e con una stesura pittorica ben conservata e uniforme».

La questione è rimbalzata subito in Provincia di Trento, dove Sgarbi è presidente del Mart, anche se il Cda è in scadenza e tocca alla nuova giunta provinciale nominare quello nuovo. Visti anche i nuovi casi di cronaca che hanno coinvolto Sgarbi, Alessio Manica dai banchi dell’opposizione chiede un cambio netto. «Già ai tempi della sua nomina avevamo posto un tema di inadeguatezza al ruolo – dice il consigliere provinciale del Partito Democratico – Non per le sue competenze, ma per l’immagine del Trentino che si voleva comunicare. E infatti così è stato con vari episodi sopra le righe, tra insulti ai consiglieri e tanto altro. Invece la giunta non solo ha modificato lo statuto del Mart ad personam per non rendere la carica di presidente incompatibile con le altre cariche di Sgarbi, ma in questi anni lo ha anche reso il de facto assessore alla cultura. Una cultura per il resto completamente scomparsa dai piani di Fugatti, a cui nel suo discorso programmatico in Consiglio ha dedicato appena tre righe e solo per autogratificarsi per la nomina di Sgarbi. Crediamo che sia ora di un cambio alla guida del Mart, affinché del museo, dopo Sgarbi, non restino che macerie».

Interrogata sull’argomento l’attuale assessora alla cultura Francesca Gerosa rimane attendista. «Non entro nel merito della questione, ma sono sicura che si risolverà – dice la vicepresidente della Provincia – Per quel che riguarda le nomine del Cda del Mart è un tema che ancora non è stato toccato. C’è tempo, sicuramente è un consiglio di amministrazione che ha lavorato bene, ma di nomine e rinnovi si parlerà più avanti». Gerosa non scarica Sgarbi, ma nemmeno si lancia in una difesa accorata, come invece tante volte in passato avevano fatto il governatore Fugatti e l’ex assessore Bisesti. La sensazione è che questa sia una nomina della Lega e che sia il Carroccio a doverne rispondere.