Sindaci, il loro lento depotenziamento e la difficoltà a trovare candidati

Fra il 1946 e il 1993 il Sindaco veniva eletto dal Consiglio comunale, come “primus inter pares”. Nel corso di un mandato amministrativo, in base alla volontà del consesso consiliare, questa carica poteva essere ricoperta da più di un consigliere.
Giacomo Pasquazzo, "Il T Quotidiano", 28 novembre 2023

 

Dal 1993 i Sindaci vengono eletti direttamente dalla popolazione e sono definiti “primi cittadini”. Aggiungerei “potenziati”, perché vige il principio del “simul stabunt, simul cadent”.

Oggigiorno il Sindaco è una figura dominante, gravata di grandi responsabilità.

Purtroppo, ad ogni tornata elettorale, la penuria di candidati Sindaci e consiglieri crea delle difficoltà nella composizione delle liste. In una terra autonoma, questa mancanza è doppiamente grave e preoccupante.

L'aver promosso e favorito la funzione da “dominus” del Sindaco ha portato ad un depauperamento della partecipazione e ad un ruolo meramente ancillare del Consiglio comunale. Non a caso, nella quotidianità, ci sono Sindaci, non ultimo quello di Castel Ivano, che sviliscono le prerogative, sancite dall'articolo 52 del Codice degli enti locali, dei consiglieri.

I primi cittadini corrono il rischio di essere persone sole al comando.

In questo quadro, molti potenziali candidati rifiutano di partecipare alle contese elettorali.

Sono stato Sindaco di una piccola realtà e ho sempre cercato di coinvolgere i membri della Giunta e i consiglieri (di maggioranza e di minoranza) nelle scelte amministrative, sperimentando gli strumenti di partecipazione e di democrazia diretta.

Certo, sono modi diversi di interpretare un ruolo che è passato da “primus inter pares” (primo consigliere fra i consiglieri) a “primo cittadino” (legato al consiglio soltanto dallo spauracchio reciproco del voto anticipato) potenziato.

L'attuale modello istituzionale evidenzia tutti i suoi limiti al momento della presentazione delle candidature: mancano persone disposte a partecipare alle elezioni.

È il caso di rivedere questo schema e di invertire la rotta: va percorsa una nuova via capace di valorizzare il contributo e l'apporto del/la Sindaco/a, degli/delle assessori/e e dei/delle consiglieri/e. Magari con un'attenzione particolare anche per gli strumenti di democrazia diretta.