Più aiuti alla nuova imprenditoria

Importanti novità in arrivo a favore della nuova imprenditorialità. A breve, infatti, gli aiuti concessi dalla Provincia a sostegno delle imprese nascenti, non solo potranno arrivare fino al 50% della spesa massima agevolabile di 100.000 euro mentre oggi non possono superare il 35-40%, ma soprattutto, se vi sarà l’ok di un tutor incaricato delle verifiche necessarie, il contributo potrà essere liquidato dalla Pat prima che una spesa venga sostenuta, purché serva a far partire l’attività e sia documentata da una fattura.
Ufficio Stampa Provincia, 25 settembre 2015

 

In altri termini la Provincia potrà mettere a disposizione i soldi per avviare la nuova impresa in anticipo rispetto al pagamento delle spese ammesse.  

A prevedere questo nuovo meccanismo di agevolazione che sarà valido per le domande presentate a partire dal 1° ottobre 2015, meccanismo inserito tra i criteri per l’applicazione della legge provinciale sugli incentivi alle imprese (la 6 del 1999) è una delibera proposta dall’assessore Olivi che la Giunta adotterà a breve e che oggi ha ottenuto il consenso della seconda Commissione del Consiglio presieduta da Luca Giuliani del Patt.

Il parere favorevole dei commissari è stato espresso con 5 voti – oltre a Giuliani quelli di De Godenz e Tonina dell’Upt, di Manica del Pd ma anche di Gianfranco Zanon di Progetto Trentino – e l’astensione di Massimo Fasanelli del Gruppo misto.

 

Semplificato il quadro delle agevolazioni. Contributi: soglia più alta.

 

L'assessore ha sottolineato l'importanza del provvedimento che sintetizza e semplifica le procedure degli interventi a sostegno della nuova imprenditorialità previste dalla legge 6 del 1999 da cui sono disciplinati gli incentivi provinciali alle attività economiche. Duplice l’obiettivo della misura: stimolare un ricambio nel mondo delle imprese e sostenere l'autoimprenditorialità, il tutto a vantaggio dell'occupazione. “Fino ad oggi – ha osservato Olivi – il quadro delle agevolazioni per l’imprenditorialità giovanile e femminile era troppo frammentario e abbiamo quindi pensato di uniformare gli aiuti per semplificare la vita a chi decide di costituire un'impresa rimuovendo gli eccessi di burocrazia, e coordinando gli interventi anche per poterne poi verificare l'efficacia”. L’assessore ha aggiunto che l’esecutivo ha voluto anche dare “più forza e intensità agli aiuti alzando gli incentivi per tutti i nuovi imprenditori”. In sostanza con la delibera che la Giunta approverà nei prossimi giorni la Provincia crea un unico fondo a sostegno delle nuove attività imprenditoriali aumentando fino al 50% il contributo possibile rispetto ad una spesa massima ammissibile di 100 mila euro e non inferiore ai 5.000 euro. “Soglia più alta – ha commentato l’assessore – perché fino ad oggi l’aiuto non poteva superare il 35-40% della spesa ammessa”. Oltre al fondo unico la delibera stabilisce che Trentino Sviluppo metterà a disposizione uno sportello unico dove chi vuole avviare un’impresa e vuole sapere quali forme di sostegno potrebbe accordargli la Provincia potrà ricevere tutte le informazioni e le indicazioni necessarie.

 

Maggiore la tipologia delle spese ammesse.

 

Altra novità interessante evidenziata da Olivi, l’ampliamento delle tipologie di spesa ammesse a contributo tra le quali quelle per i costi d’avvio (spese legali; spese di energia acqua, riscaldamento, rifiuti, connessione internet; spese condominiali; spese di acquisto e di affitto di beni mobili nuovi o usati purché funzionali all’attività documentate da regolare fattura; canoni di leasing per beni mobili; interessi e spese di gestione di finanziamenti bancari; imposte e tasse esclusa l’Iva; costo delle prestazioni del tutor per un importo fino a 1.500 euro per ciascuna domanda di contributo) e, limitatamente alle imprese a partecipazione giovanile o femminile, anche le spese per l’acquisizione di servizi di prima assistenza per la valutazione complessiva dell’azienda, di pianificazione strategica, di progettazione e gestione economica e finanziaria dell’azienda, di formazione imprenditoriale e infine di tutoraggio nella fase di avvio della nuova attività.

 

Per la liquidazione dell’aiuto pubblico basterà una fattura.

 

Ma la “svolta” più rilevante impressa dalla delibera riguarda il meccanismo con cui avverrà il pagamento. “Oggi – ha spiegato Olivi – il presupposto di tutti i meccanismi di pagamento è che il soggetto intenzionato ad avviare un’attività imprenditoriale disponga della liquidità necessaria per farlo. Ora invece all’attività economica nascente che chiede l’aiuto della Provincia sarà assegnato un tutor amministrativo di Trentino Sviluppo o di un qualsiasi Caf (Centro di assistenza tecnica) che dovrà verificarne il piano imprenditoriale, avallare eventualmente il progetto nella sua impostazione iniziale e infine autorizzare l'impresa ad impegnarsi a sostenere una determinata spesa. Per erogare l’aiuto economico la Provincia non chiederà più che questa spesa sia già liquidata: basterà che sia semplicemente documentata e potrà ottenere l’accredito massimo del 50% purché a questo scopo apra un apposito conto corrente. Su questo conto corrente – ha sottolineato Olivi – la metà dei soldi necessari per l’attività saranno messi a disposizione dell’impresa prima di sostenere effettivamente la spesa purché questa sia documentata e rientri tra quelle finalizzate all'avvio”. “Non si tratta di un nuovo vaucher – ha concluso l’assessore – ma di una liquidità immessa dalla Pat nella nuova impresa per favorirne l'avvio”.

 

Sforzo di semplificazione apprezzato. Fasanelli: e le spese di affitto?

 

Ad apprezzare la delibera proposta dalla Giunta sono stati Piero De Godenz (Upt), Alessio Manica (Pd) ma anche Gianfranco Zanon di Progetto Trentino, condividendo sia i maggiori finanziamenti messi a disposizione sia lo sforzo di semplificazione dell’iter burocratico per accedere agli aiuti, che dopo l’introduzione di queste misure occorrerà comunque monitorare perché questo è il vero ostacolo all’avvio di una nuova attività.

Massimo Fasanelli (Gruppo misto) ha motivato il proprio voto di astensione affermando che “se è certamente opportuno finanziare le nuove iniziative, bisognerebbe però anche considerare le attività già avviate che hanno già sostenuto spese per le attrezzature e sono gravate da pesanti spese di affitto. Diventa perciò difficile il subentro in queste imprese per un nuovo imprenditore costretto a sostenere queste spese di affitto non ammesse a contributo”.

L’esclusione delle spese di affitto da quelle ammesse a contributo è stato giustificato dall’assessore Olivi spiegando che questi sono aiuti alla nuova imprenditorialità, per cui “si vuole incentivare chi entra e non chi esce”. La scelta, ha proseguito l’assessore, è di “favorire non forme di rendita ma l’imprenditore che all’inizio ha soprattutto bisogno di contributi per l'acquisto di nuovi beni e servizi, vale a dire di tutto ciò che serve per avviare l'attività. Vogliamo premiare il rischio di chi si cimenta e non qualcosa che già costituisce un patrimonio aziendale”. Per questo, ha concluso Olivi, vengono ad esempio ammessi a contributo la formazione e il tirocinio per il ricambio generazionale e la staffetta imprenditoriale.

Fasanelli ha replicato che il tutor potrebbe però controllare tra le altre cose anche l’entità dell’affitto perché se non troppo alto la Provincia intervenga anche su questa voce di spesa.

Rispondendo a una domanda di Luca Giuliani (Patt) l'assessore ha chiarito che con la delibera si agevola solo la formazione facoltativa che l'azienda decide di effettuare.

Per Manica (Pd) il provvedimento è importante soprattutto perché costituisce “un messaggio di fiducia verso l'imprenditore, al quale la Provincia mette in mano in anticipo le risorse”.