Partito pagina 48

Cinque ragioni per un grande partito

1) Una delle ragioni della strutturale debolezza della politica italiana è il continuo farsi e disfarsi dei partiti. Questo processo non ha eguali in Germania, Francia, UK, USA, insomma nelle grandi democrazie occidentali. A chi è utile continuare a fare e disfare i partiti? Ai singoli e ai gruppi politici che, migrando da un partito all’altro, salvano se stessi.
Michele Nicoletti, 1 novembre 2015

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«Nel 2018 il Pd vuole la guida della Provincia»

«Il nostro obiettivo è quello di cominciare subito a lavorare per avere nel 2018 una leadership del Pd da proporre alla coalizione per la presidenza della Provincia: non deve ripetersi quanto accaduto nel 2013. Ce lo chiedono i nostri elettori, ancora increduli per il fatto che il partito più grande non esprima il presidente». Il professore di matematica e scienze Sergio Barbacovi ha le idee chiare.
L. Patruno, "L'Adige", 4 novembre 2015

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Il Pd antidoto alla società "al singolare"

Sì è vero, stiamo attraversando una fase di trasformazione dalla società collettiva alla società dei singoli come ha scritto nei giorni scorsi il Direttore Faustini. Ancor di più, a mio avviso, si fa strada l’idea, anche in Trentino, che il governo della cosa pubblica, la polis insomma, sia questione che non debba coinvolgere più di tanto la politica ed i partiti quanto piuttosto chi è più capace di fare da solo e soprattutto in fretta. A questa situazione hanno contribuito, sia chiaro, proprio gli stessi partiti o meglio ancora una certa classe dirigente.
Alessandro Olivi, "Trentino", 23 ottobre 2015

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PD, i "sostenitori" del 2 per mille vanno valorizzati

Qualche settimana fa nel corso di un'intervista al Corriere del Trentino ho avanzato l'ipotesi di vaorizzare sul piano politico il ruolo dei 549.196 cittadini che, nell'ultima dichiarazione dei redditi, hanno deciso di attribuire al PD il 2 per mille delle imposte da loro dovute. Tale ipotesi ha suscitato alcune riflessioni interessanti sul tema ad opera di Roberto Pinter, Giovanni Pascuzzi, Stefano Zambelli, Giancarlo Gallerani che esigono un chiarimento.
Michele Nicoletti, "Corriere del Trentino", 22 ottobre 2015
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Pd, rivoluzione primarie, arriva l'albo degli elettori. Regioni, vota solo l'iscritto

ROMA. Fermi tutti, c'è un partitoda ripensare. Una commissione sulla " forma-partito" al lavoro da mesi per cambiare lo statuto. E modificare - prima di ogni altra cosa - lo strumento principe del partito democratico: le primarie. A partire da quelle regionali, che verranno riservate ai soli iscritti. Mentre per quelle nazionali si pensa a un albo degli elettori e per le primarie di coalizione, anche nelle amministrative, a una regola che consenta di candidarsi a un solo esponente del Pd.
A. Cuzzocrea, "La Repubblica", 16 ottobre 2015

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Guerini: "Congresso, votino gli iscritti"

"Dal prossimo congresso nazionale usciranno le linee generali  del nuovo Partito democratico, entro le quali ci sarà spazio di manovra per le autonomie locali". "Credo che per i segretari regionali debbano votare solo gli iscritti: le primarie non sono un'occasione per far entrare nel PD chi non ne ha mai fatto parte. Per il segretario nazionale, essendo di regolamento interno anche candidato premier, è giusto che si esprimano sia gli iscritti sia gli elettori". 
F. Parola, "Corriere del Trentino", 13 ottobre 2015
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Borgonovo: «Credo nel Pd dobbiamo darci una linea»

«Io ho grandi ambizioni per il Pd, per questo penso che l'unica cosa ragionevole in questo momento, in cui il partito non riesce a esprimere una linea e a interpretare un ruolo e una visione, sia lavorare per il congresso, per verificare quale sarà la voce del Pd trentino».
L. Patruno, "L'Adige", 15 ottobre 2015

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Intervista a BRUNO DORIGATTI - "PD lontano da scuola e lavoratori pubblici"

"Abbiamo perso contatto con mondi come quello della scuola e della funzione pubblica, ci siamo innamorati troppo delle regole. Adesso il PD deve andarea congresso a gennaio o febbraio". Bruno Dorigatti dà la scossa al partito democratico. "Voto agli iscritti? Quando lo dicevo io, mi davano del bolscevico".
A. Papayanndis, "Corriere del Trentino", 14 ottobre 2015
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