RIVA DEL GARDA - Segreteria del Pd locale: Zanoni si chiama fuori

 «L'idea di tornare a fare il segretario del Pd di Riva, Nago-Torbole e Tenno mi tenta, ma voglio concludere il mandato da assessore e non intendo chiedere la deroga per la doppia carica, dunque largo ai giovani e alle facce nuove, anche se di sicuro mi candiderò per il direttivo»: a dirlo, in vista del congresso che si terrà nel giro di un mese, è Alessio Zanoni, titolare delle opere pubbliche e della viabilità del Comune rivano.
M. Cassol, "Trentino", 29 ottobre 2019

 

«Ci siamo trovati come iscritti - spiega Zanoni, oggi nel direttivo e dal 2013 al 2015 guida del Pd di Riva e dintorni, prima delle dimissioni arrivate dopo che i garanti nazionali avevano decretato l'incompatibilità fra le cariche di segretario di sezione e assessore - e ora è partita la stagione del congresso cittadino, quella che porterà entro la fine di novembre al rinnovo del direttivo e all'elezione del segretario (in seguito alle dimissioni del successore di Zanoni, Gabriele Hamel, era subentrato come traghettatore Tomaso Benamati, ndr).

Non nascondo che fare il segretario locale è un pensiero che mi ha "coccolato" per lungo tempo. La possibilità di esprimere concetti politici, in un contesto come quello attuale dove sul fronte opposto è in atto un processo di imbarbarimento dei sentimenti umani, mi coinvolge nel mio essere persona prima ancora che esponente politico. Ma non sempre ciò che sembra più congeniale per sé stessi rappresenta la ricetta giusta per rafforzare una comunità di soggetti con i quali c'è affinità di pensiero e di appartenenza politica. Oggi serve allargare il campo, dare spazio a nuove figure giovani che possano portare nel futuro le buone idee e i sani valori che ci tengono legati alle regole democratiche».

Anche perché, visto il precedente, se tornasse nuovamente assessore e segretario Zanoni si troverebbe nuovamente col nodo della doppia carica da sbrogliare (per quanto paradossalmente lo stesso problema non abbia toccato i massimi esponenti del partito, come l'allora segretario nazionale e presidente del Consiglio Renzi e l'attuale segretario nazionale e presidente del Lazio Zingaretti): «Ritengo sia utile - argomenta Zanoni - portare a termine il mio impegno in Giunta. Non intendo dimettermi da assessore, né chiedere deroghe sulla doppia carica».

Ciò significa che il segretario lo dovrà fare qualcun altro, ma per Zanoni non si tratta certo di un disimpegno: «Intendo fare spazio agli altri, ma non tirarmi indietro. Ormai ci siamo abituati a pensare che amministrare la città sia solo una "cosa" da addetti ai lavori, di quella ristretta cerchia di nomi che circolano a ogni tornata elettorale. Ma in città siamo oltre 17.000 e circa diecimila sono le persone in grado di approcciare quest'arte. C'è un mondo nuovo che va intercettato, al di là di sigle, di civismo buono per ogni stagione, di singoli che millantano pacchetti di voti da portare in dote al miglior offerente. Di questo e di altro - conclude Zanoni - intendo farmi carico da candidato al direttivo del Pd».