Ma la sanità non è solo Cavalese

Nei giorni scorsi autorevoli commentatori hanno rilevato numerose lacune nella relazione di insediamento del Presidente Fugatti. Ricordiamo che si tratta di un atto molto importante, perché indica la visione (o la sua mancanza) della nuova maggioranza per i prossimi cinque anni di governo dell'autonomia. Tra i diversi settori dimenticati c'è la sanità. Infatti a questo settore così articolato e complesso, con ricadute importantissime su centinaia di migliaia di cittadini trentini, sono state dedicate complessivamente dodici righe, nelle quali ci si concentra soprattutto sulla riapertura del punto nascita di Cavalese.
Luca Zeni, "Trentino", 4 dicembre 2018

 

Questo è stato un tema di propaganda elettorale, ma quando si deve programmare concretamente un settore come la sanità occorre una visione complessiva, non basta l’atto simbolico particolare.

Rispetto al punto nascita, alcune considerazioni sono doverose.

Nella scorsa legislatura la Provincia si è attenuta ad un punto fermo essenziale: sulla salute non si scherza, e occorre mantenere un punto di equilibrio tra obiettivi politici ed indicazioni mediche. Sarebbe inutile una politica che si limitasse ad attuare le indicazioni tecniche, ma sarebbe molto pericolosa una politica che forzasse ignorandole.

Sui punti nascita abbiamo rispettato alcuni principi fondamentali.

Abbiamo preso atto di una indicazione medica chiara ed univoca: nella sanità ospedaliera, la casistica fa qualità. Dovrebbe essere intuitivo, ed ormai chiunque di noi necessiti di un intervento delicato, si rivolge al centro ospedaliero più competente, non a quello più vicino; pensiamo ad esempio alle operazioni oncologiche o cardiochirurgiche.

Questo principio fatica a trovare la stessa comprensione rispetto ai punti nascita; tuttavia è pacifico che, se dovesse succedere un imprevisto durante un parto, è certamente più sicuro trovarsi in un ospedale che affronta più di mille parti all’anno che in uno che ne affronta poche centinaia.

Per questo, con trasparenza, nella scorsa legislatura avevamo chiarito come non vi fosse una necessità di tipo sanitario di riaprire il punto nascita di Cavalese. C’era piuttosto una richiesta di un territorio che percepisce questo tema con preoccupazione, ed una commissione tecnica nazionale di esperti ci ha dato la possibilità di riaprire, con condizioni molto restrittive.

E con la stessa trasparenza avevamo esplicitato alcuni aspetti. In primo luogo che la scarsità di medici in Italia rende molto difficile immaginare il mantenimento di un punto nascita così piccolo sul lungo periodo, se non cambieranno gli standard di riferimento (standard però posti per la sicurezza dei pazienti): sostenere il contrario sarebbe illudere i cittadini.

In secondo luogo avevamo subordinato la riapertura alla tenuta dell’intera rete ostetrico ginecologica provinciale, che è al servizio di tutti i cittadini trentini, a prescindere dalla residenza.

Non possiamo nascondere una certa perplessità per una apertura che fa affidamento su medici a gettone, dei quali qualcuno era stato addirittura bocciato al concorso; ed in ogni caso questo modello organizzativo non è ottimale e deve essere temporaneo, andranno trovati medici stabili. Né possiamo nascondere la preoccupazione per la fatica con cui viene garantita la rete complessiva.

Ad esempio un impegno che la Provincia aveva assunto, era di ritenere prioritaria la presenza in tutti gli ospedali della reperibilità h24 degli anestesisti, ma in questo momento è saltata a Tione, e si rischia di procedere a singhiozzo.

Altro obiettivo importante è quello di proseguire l’aumento di possibilità di parto con epidurale per le donne di tutta la provincia, ma per farlo servono anestesisti dedicati. E fonte di grande preoccupazione è il ritardo nell’attivazione del reparto di subintensiva pediatrica: la struttura e le attrezzature sono state consegnate e inaugurate ormai diversi mesi fa ed è un reparto importantissimo per garantire qualità elevata di assistenza per tanti bambini con problemi seri. Sarebbe davvero molto grave se un progetto di tale portata rimanesse fermo, perché non c’è alcun dubbio che nella scala delle priorità sanitarie è molto più in alto rispetto al punto nascita di Cavalese, il quale però ha più risonanza mediatica. Parliamo della vita dei nostri bambini, non dimentichiamolo.

Un ultimo aspetto che dovrà essere monitorato, è che la logistica necessaria per l’apertura del punto nascita non penalizzi troppo l’attività di unità operative quali ortopedia, fondamentale per i pazienti traumatizzati specialmente in stagione turistica, e chirurgia, che eroga servizi di qualità per la popolazione: occorre la massima attenzione, o per soddisfare una richiesta non necessaria si metterebbe in ginocchio il vero cuore pulsante dell’ospedale di Cavalese. Anche perché a fare la differenza sono i professionisti, e il rischio di demotivare e perdere bravi medici è reale, se non sentono di far parte di un progetto serio e lungimirante.

Mantenere i proclami elettorali è importante, ma il senso delle istituzioni richiede la massima attenzione a questi aspetti, e invitiamo la giunta leghista a muoversi con il massimo rispetto delle indicazioni mediche.

Uno degli obiettivi essenziali che deve avere la nostra comunità è quello di garantire un alto livello di qualità della vita in tutta la provincia, per invogliare a vivere nelle valli di un territorio di montagna come il nostro. Ma questo non si ottiene solo promettendo il mantenimento degli stessi modelli nel corso del tempo. Può servire a rassicurare, ma in un mondo che cambia velocemente, la politica deve avere il coraggio di promuovere nuove soluzioni assumendosene le responsabilità, puntando ad una sanità di alta qualità e quindi aderente ai migliori standard internazionali e competitiva con le realtà regionali limitrofe, o non avrà reso un servizio alla comunità che rappresenta, al di là del consenso elettorale del momento.