«Fugatti, priorità offensive. Al rancore e al sovranismo opponiamo scelte e fiducia»

«Il centrodestra sostiene di essere la coalizione del cambiamento. In realtà non è così:le loro proposte sono solo conservazione, noi proponiamo di fare scelte che anticipino i cambiamenti in atto». È netto Luca Zeni. Dopo aver letto le prime anticipazioni del programma di Maurizio Fugatti ( Corriere del Trentino di domenica), l’assessore provinciale ci tiene a mettere in fila alcuni concetti.
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 7 agosto 2018

 

E a distinguere con decisione due visioni — del centrosinistra e del centrodestra — distanti anni luce. Per contenuti, per impostazione. «O si vuole far prevalere il rancore o si sceglie il coraggio» è l’affondo di Zeni, il cui nome è tra quelli emersi in questi giorni per la leadership della coalizione: «Sosterrò chiunque saprà garantire maggiore unità, per un governo responsabile».

Assessore Zeni, il programma di Fugatti mette in cima all’agenda punti nascita e Cinformi. Temi di sua competenza.

«Vorrei notare innanzitutto un aspetto. Al di là dei singoli punti, c’è una questione di fondo che emerge dalle parole di Fugatti, ossia la tecnica basilare di propaganda: si individua un nemico e si serrano le fila per ottenere consensi. Ma a Fugatti dico: se l’Europa ha vissuto il più lungo periodo di pace è perché ha scelto di superare questo schema, di andare oltre il nazionalismo per promuovere un’Europa dei popoli. Dico di più: quando Fugatti, ripetendo gli slogan di Salvini, parla di sovranismo mette in gioco l’essenza dell’autonomia».

In che modo?

«Il sovranismo è incompatibile con l’autonomia. Immaginare che il Trentino della cultura, del turismo, dell’innovazione si chiuda vuol dire farlo tornare piccolo e solo. Qui sono in gioco le nostre fondamenta».

Ma delle priorità di Fugatti cosa pensa?

«Se il suo programma parte da Cinformi, punti nascita e lupi mi sembra quasi offensivo per i trentini. Una presa in giro. Credo che il Trentino abbia altre priorità».

Il candidato leghista ha annunciato di voler rivedere il Cinformi. Cosa risponde?

«Mi pare istituzionalmente grave minacciare ritorsioni nei confronti di una struttura che lavora bene. La questione dell’immigrazione non può essere ignorata. Esiste. E noi ci siamo mossi affrontando tutti gli aspetti, dalla scuola al lavoro, fino alle seconde generazioni».

C’è poi la questione dei punti nascita.

«Allargo la riflessione a una questione di contesto: il centrodestra prova a rassicurare proponendo le stesse strutture organizzative di trent’anni fa. Ma chi propone gli stessi modelli del passato — accontentando le singole richieste particolari — non ha mai messo il naso fuori dal Trentino: predica il cambiamento riciclando modelli vecchi. La questione dunque è evidente: vogliamo mettere le valli l’una contro l’altra in un’ottica rivendicativa o vogliamo piuttosto fare sistema? In gioco c’è il Trentino, con la sua economia. E molte sfide davanti».

Quali?

«Penso a ricerca, impresa e turismo: ambiti che devono essere strettamente legati. O al sistema di welfare, che rappresenta un’opportunità di sviluppo. Ancora: ai temi dello sport e del turismo. Queste sono le vere sfide. Gli ultimi dieci anni sono stati tra i più difficili: ora si deve scegliere se far prevalere il rancore e andare verso l’impoverimento o il coraggio, sostenendo una logica di sistema».

Eppure il centrosinistra è ancora al palo.

«La sconfitta del 4 marzo ha lasciato frastornati troppo a lungo. Ora le forze politiche che credono in una visione di sistema e di fiducia devono dimostrare senso di responsabilità. Il Pd ha fatto un passo indietro per far procedere la coalizione. Ma ora siamo arrivati al limite temporale massimo. Tutti devono lavorare senza sosta per unire e partire finalmente con la campagna elettorale».

C’è anche il suo nome tra quelli indicati per la scelta di candidato presidente della coalizione. Qual è la sua posizione? È pronto ad accettare?

«La mia posizione è sempre stata quella di chiedere la massima responsabilità e unità della coalizione e sosterrò il nome su cui ci sarà la massima convergenza».