Il Consiglio Provinciale ha nominato la prima garante dei detenuti del Trentino, la soddisfazione del Gruppo consiliare PD

Mattia Civico: "Grazie ad un paziente lavoro e dialogo durato quasi otto anni, durante il quale maggioranza ed opposizione hanno trovato la condivisione necessaria. Non é sempre stato facile. Ho sentito spesso l'urgenza, anche lo sconforto per il tempo che passava..... e gli eventi che pressavano..... le vite.... le richieste, le esigenze, che ho raccolto nei molti dialoghi con detenuti ed operatori durante le mie frequenti visite in carcere..... la fatica di non riuscire a comunicare con efficacia la necessità di questa figura, presente in moltissime regioni e presente anche a livello nazionale".

 

"C'é voluta pazienza, ma il tempo trascorso ha reso possibile una ampia comprensione e condivisione. Grazie davvero a chi ha atteso, a chi ha sperato e a chi ha lavorato. Grazie al mio gruppo, alla maggioranza, all'opposizione. C'é voluto davvero il contributo di tutti. Sento che insieme abbiamo scritto una buona pagina, di civiltà e per la dignità di ognuno". 

 

LEGGI IL COMUNICATO STAMPA DEL GRUPPO CONSILIARE PD

 

Il Gruppo consiliare e il Partito Democratico del Trentino esprimono la massima soddisfazione per l’avvenuta nomina della prima Garante dei detenuti della Provincia Autonoma di Trento, Antonia Menghini, docente  di diritto penale e penitenziario presso l'Universita di Trento; un profilo di grandissimo spessore, un valore aggiunto per la nostra comunità, votato a larga maggioranza dal Consiglio provinciale.

Questa nomina chiude un percorso lungo - troppo lungo -, durato quasi otto anni e che solo nei mesi scorsi aveva portato all’approvazione in aula del disegno di legge che istituisce le figure del garante dei detenuti e del garante dei minori. 

Una battaglia portata avanti dal Partito Democratico del Trentino, e in particolare dal Cons. Mattia Civico, che ci consegna ora un Trentino più democratico, più giusto e più equo.

La recente nomina é il risultato di un  lungo e paziente lavoro che ha portato alla ampia e trasversale condivisione circa la necessità di istituire questa figura. Di questa volontà e capacità di dialogo vogliamo dare atto a tutte le forze politiche che, da maggioranza a minoranza, hanno dato il loro concreto contributo.

Riconoscere ai detenuti il pieno accesso ai diritti (di salute, istruzione, lavoro, di espressione del proprio credo religioso, di espressione dell'affettività,... ) non é una gentile concessione, ma é l'unica via per rispettare il dettato costituzionale che vuole la pena finalizzata al recupero della persona ed é quindi lo strumento per recuperare alla legalità ogni persona, per propria dignità, a vantaggio di tutti. 

Il carcere dunque deve essere sempre più spazio di diritti che devono essere garantiti a tutti, a maggior ragione a persone il cui corpo e la cui vita sono in custodia allo Stato. Vale ovunque e deve valere a maggior ragione in un territorio come il nostro, con una Autonomia che trova il suo fondamento nella capacità di includere e di dare a tutti diritti e cittadinanza. 

Per questo si è ritenuto necessario istituire a livello locale una figura preposta alla promozione dei diritti dei detenuti, per controllare e garantire uno stato di effettiva umanità e di legalità nella struttura carceraria e per migliorare le condizioni di chi è privato della libertà personale. Ma anche di chi nel carcere lavora ed opera.

La nomina del Garante segna dunque un grande passo avanti del Trentino nella promozione e nella tutela dei diritti umani e nella costruzione di un sistema territoriale a sempre più alta intensità di diritti. 

Auguriamo quindi alla Garante un buon lavoro, considerato anche la sfida di essere la prima figura chiamata a svolgere questo ruolo.

 

Gruppo consiliare e Partito Democratico del Trentin

 

LEGGI ANCHE: Antonia Menghini eletta dal consiglio Garante dei detenuti

Antonia Menghini, 41 anni, docente di diritto penale e penitenziario alla Facoltà di giurisprudenza di Trento, è il Garante provinciale dei detenuti. Il consiglio provinciale l’ha eletta ieri pomeriggio a scrutinio segreto (dopo che all’ora di pranzo l’Ufficio di presidenza aveva adottato in via definitiva i criteri di incompatibilità) e il suo nome è stato condiviso anche da una parte delle minoranze: 26 voti favorevoli su 29 votanti.
"Trentino", 5 ottobre 2017

 

A proporre Menghini in aula, presentando il suo curriculum, è stato Mattia Civico (Pd), primo firmatario della legge approvata lo scorso giugno dopo otto anni di tentativi falliti. Il garante vigilerà che l'esecuzione della custodia dei detenuti rispetti le leggi e i principi della Costituzione, un ruolo particolarmente delicato in un contesto di sovraffollamento del carcere di Spini (330 reclusi a fronte dei 240 previsti) e di carenza degli agenti di polizia penitenziaria (sono 125 invece di 214). La legge prevede che il Garante rimanga in carica fino alla scadenza del mandato del difensore civico attuale e potrà essere rieletto per la successiva legislatura. Per la sua attività percepirà un terzo dell’indennità dei consiglieri provinciali che è di 9800 euro lordi.

Maurizio Fugatti (Lega) e Claudio Cia (Misto) non hanno partecipato al voto: il primo perché «questa figura oggi non è necessaria», il secondo perché «il ruolo poteva essere svolto dal difensore civico». Rodolfo Borga (Civica) ha evidenziato l’esigenza che il garante abbia «doti di riservatezza ed equilibrio e senso di responsabilità, e non sia il “difensore dei detenuti”. Dovrà - ha detto - dare un contributo alla gestione della struttura a vantaggio di tutti coloro che vivono nel carcere». Anche per Massimo Fasanelli (Misto) il Garante «dovrà tutelare non solo i detenuti ma il sistema complessivo con un personale messo a dura prova da una situazione complessa». Marino Simoni (Progetto Trentino) ha auspicato che questa figura «contribuisca a supportare il lavoro del consiglio» e ha rimarcato l’esigenza di arrivare ad un provveditorato regionale che oggi è a Padova.

Dà il benvenuto alla Garante il segretario della Uil Walter Alotti: «Il fatto che Menghini sia autrice di testi sullo spazio detentivo, il recupero dei detenuti, la dignità e l’umanità della pena, ci fa ben sperare nei suoi auspicabili prossimi interventi nell’ottica della valorizzazione del lavoro e dell'occupabilità degli stessi, ma anche nella presa di coscienza dell’insostenibilità dell’attuale situazione di carenza di personale che caratterizza il carcere di Spini di Gardolo. Nel farle i nostri migliori auguri la invitiamo pertanto a un costante e produttivo confronto con le parti sociali finalizzato a un generale progresso sul fronte del mondo penitenziario».