Accordo commerciale con il Canada, grande opportunità per l'economia italiana e trentina

In questi giorni si è riacceso il dibattito intorno al Ceta, ovvero all'Accordo strategico economico e commerciale tra l'Unione europea e il Canada che sarà discusso in commissione esteri al Senato. Si tratta di un accordo misto, ovvero tocca sia materie di competenza esclusiva europea che degli Stati membri, e per questo necessita anche della ratifica da parte di questi ultimi.
Elisa Filippi, 5 luglio 2017


L'accordo ha una valenza strategica sia per gli aspetti economici e commerciali che per la sua dimensione geopolitica e dei suoi impatti potrà beneficiare anche l'economia trentina. Il Ceta prevede infatti l'eliminazione di più del 90% dei dazi su beni e servizi e l'apertura da parte del Canada del mercato degli appalti pubblici ai quali potranno accedere anche le imprese europee. Un nuovo impulso da parte europea è emerso dopo la svolta protezionista avviata da Trump negli Stati Uniti.
Si tratta inoltre di una risposta, anche commerciale, per avviare un'area di libero scambio con un partner importante se si pensa che solo nel 2015 l'Europa ha esportato in Canada per un valore di 35,2 miliardi di euro, cifra che secondo le stime della Commissione aumenterà di oltre il 20% una volta che l'accordo sarà pienamente operativo. L'Europa esporta prevalentemente prodotti industriali del manifatturiero e del tessile, mentre importa prevalentemente materie prime (ad esempio soia, grano, pesce congelato).
Alcune associazioni in Italia hanno rappresentato delle preoccupazioni rispetto ad una possibile deregolamentazione delle caratteristiche dei prodotti agro-alimentari che si potranno importare con possibili conseguenti impatti negativi sull'ambiente e sulla salute pubblica.
Si tratta di un aspetto importante che riguarda tutti i cittadini e per questo è fondamentale fare chiarezza: l'Accordo non si applica alla legislazione sulla sanità pubblica e sulla sicurezza e anzi riafferma esplicitamente il diritto dei governi di regolamentare la tutela della sanità pubblica, dell'ambiente, della protezione sociale e dei consumatori. A totale garanzia dei consumatori è prevista in maniera obbligatoria la tracciabilità del percorso compiuto da ciascun prodotto oggetto di esportazione, cosa che si stima favorirà i prodotti alimentari europei. Rispetto alla tutela del Made in Italy un importante risultato ottenuto dall'Unione europea è il riconoscimento di oltre 140 indicazioni geografiche europee protette per alimenti venduti sul mercato canadese. Per il nostro Paese si tratta davvero di un mercato strategico se pensiamo che l'Italia è il più grande esportatore europeo di prodotti caseari in Canada e che in base al Trattato la quota di esportazione di formaggi verso il Canada, senza diritto di dogana passerà, da 3.000 a l8.500 tonnellate all'anno.
Inoltre l'accordo Ceta non si applicherà per i servizi pubblici, per i servizi audiovisivi e di trasporto e per una specifica serie di prodotti agricoli, tra i quali alcuni prodotti lattiero-caseari, il pollame e le uova.
Per l'economia italiana è un'opportunità importante e per quella trentina pure. L'Italia esporta in Canada molto più di quanto importa: 3,6 miliardi di euro di esportazioni contro 1,4 miliardi di prodotti importati nel 2015. Se pensiamo che il Canada è ad esempio il sesto mercato nel mondo per importazione di vino e il secondo per velocità di crescita nel mondo è facile immaginare come dell'aumento degli scambi tra l'Ue e il Canada potrà beneficiare in maniera concreta anche il Trentino che pure sta mostrando delle performance sull'export inferiori rispetto alla media del Nord Est.