«Autonomia speciale, un laboratorio politico»

«Autonomia, partecipazione, Costituzione e Europa» sono le parole chiave usate da Michele Emiliano, candidato alle primarie del Pd del prossimo 30 aprile, in visita ieri a Trento e Rovereto per presentare la sua mozione.
J. Murphy, "Corriere del Trentino", 1 aprile 2017

«Sono convinto che la politica sia l’unico modo per cambiare il mondo rendendolo privo di tensioni e pericoli» esordisce Emiliano per il quale il Pd deve tornare a essere «un partito che custodisce il Paese facendolo crescere». Il candidato parla di «un bilancio negativo per il governo Renzi che non ha saputo far prosperare l’Italia» sottolineando la necessità di «promuovere una rivoluzione nel partito per renderlo più vicino alla società ai margini e alla classe media».

Emiliano sull’autonomia speciale non ha dubbi: «È un’architettura di successo che l’ex premier ha messo in pericolo con la riforma costituzionale oggetto del referendum di dicembre». «L’autonomia del Trentino Alto Adige — prosegue — è frutto di un’ingegneria costituzionale antica proveniente dalla lotta e dalla resistenza al fascismo che ha dovuto affrontare tensioni linguistiche. La particolare complessità che caratterizza Bolzano e Trento deve diventare un’attrazione anche per le altre regioni, creando un appeal al servizio del Paese». Per il presidente della Puglia infatti «le politiche centraliste sono inefficienti e aumentano la corruzione» e invita quindi a rendere l’autonomia speciale «un laboratorio politico».

L’ex sindaco di Bari aspira inoltre «agli Stati uniti d’Europa, una lotta partita proprio da queste terre, un sogno che va alimentato». «In quest’ottica — osserva — l’innalzamento di barriere ai confini è un colpo al cuore per l’Europa unita, ma soprattutto una strategia sbagliata. Occorre piuttosto puntare a una politica europea comune per la sicurezza, con una polizia su modello statunitense capace di intercettare criminali attraverso l’informazione, le nuove tecnologie e la conoscenza». Per Emiliano «si tratterebbe di un sistema che garantirebbe la nostra salvaguardia e allo stesso tempo le nostre libertà di movimento».