Donne e istituzioni, siamo maglia nera

Consigli regionali, comunali e rispettive giunte. Nelle istituzioni italiane l’equilibrio tra generi è desolante: lo confermano i dati pubblicati da Openpolis.
"Trentino", 21 marzo 2017
LEGGI il minidossier di Openpolis "Trova l'intrusa. Le donne nei ruoli decisionali della politica e delle aziende"

 

  L’indagine è realizzata a livello nazionale e il riferimento è alla legge Delrio per quanto riguarda i consigli comunali che prevede che «nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore del 40%» e alla legge sulla doppia preferenza di genere per i consigli regionali (approvata in quattro regioni).

Passando alla situazione trentina, è da maglia nera. Non solo il consiglio provinciale non ha approvato la legge sulla doppia preferenza, ma c’è la fondata possibilità che non la vedremo attuata nemmeno per le prossime elezioni. I grafici parlano chiaro: siamo la terz’ultima provincia in quanto a presenza di donne in giunta (percentuale del 14,29% rispetto alla prima, la Campania, con una presenza del 66,67%). La legge elettorale prevede che in giunta provinciale siano rappresentati entrambi i generi, ma se ad inizio legislatura le assessore erano due (su sette), ora ne è rimasta una (Sara Ferrari) dopo il siluramento di Donata Borgonovo Re.

Passando alla presenza in consiglio provinciale, le cose non vanno meglio: le donne sono il 17,14%, ben lontane dalla parità, perché la legge attuale prevede solo che ci sia una quota minima del 30% in lista, ma non l’obbligo di dare le preferenze a due candidati di genere diverso. Passando alla percentuale di donne nella giunta comunale, Trento si ferma al 25%. Calcolo fatto prima del sacrificio dell’assessora Marika Ferrari, sostituita con Tiziano Uez. Nel caso di Trento la legge elettorale non impone (come la Delrio) la percentuale minima del 40%, ma la giunta deve rispettare la composizione delle elette in consiglio, che nel 2015 corrispondeva al 20%. Andreatta era andato oltre, nominando tre assessore, ma ha rapidamente fatto dietrofront.