#TRENTO - «Si faccia in fretta, c’è bisogno di uno scatto»

Prima di rispondere si prende qualche secondo per riflettere. Ma poi Alberto Pacher va dritto al punto: «Spero che questa vicenda si chiuda al più presto». Nella giornata del rinvio del vertice di maggioranza, arrivata dopo mesi di tensioni, l’ex sindaco del capoluogo ammette un certo disagio nel leggere la situazione di Palazzo Thun: «C’è bisogno di uno scatto. Finora si è parlato più di beghe che di altro. E non va bene».
"Corriere del Trentino", 24 settembre 2016

 

Parla di uno scatto. Ma intanto la decisione sull’assetto di giunta è stata rinviata.

«Può essere che ci siano degli aspetti da puntualizzare. Ma raramente il tempo porta consiglio in questi casi. Senza contare che questi rinvii allontanano l’attenzione dal tema più importante: il rilancio dell’attività amministrativa e della visione di città. Per questo spero che questa fase si chiuda al più presto: la città ha bisogno di sentir parlare di altro rispetto a risarcimenti interni e bilanciamenti. In un anno e mezzo si è parlato più di beghe che di temi veri».

Sintomo di una politica sempre più legata alle ambizioni personali.

«È così. Al di là della soluzione che troverà il sindaco, spero che tutti i consiglieri recuperino l’idea che non sono in aula per rappresentare loro stessi. Non è così che funziona la democrazia rappresentativa: sono in consiglio per rappresentare i cittadini. In questo senso, serve anche uno scatto dei partiti».

In che senso?

«È necessario che i partiti tornino a essere contenitori e mediatori delle spinte individualistiche, che in politica ci sono. Ponendo in cima agli obiettivi l’interesse collettivo. Non mi pare, però, che questa sia la cifra attuale».

Ha sentito il sindaco Andreatta in questi giorni?

«No, non l’ho sentito. Credo che in questo momento abbia bisogno di riflettere da solo. In ogni caso, mi auguro che subito dopo la chiusura di questa partita si ritorni a parlare di città. Ferisce che, in questa situazione, momenti belli come la smart city week finiscano sullo sfondo. Senza contare che in una situazione faticosa i problemi esistenti in città vengono enfatizzati in maniera negativa: penso, ad esempio, al tema della sicurezza. Spero quindi che il sindaco e la giunta possano ripartire a razzo. Tenendo conto che c’è una carta straordinaria da giocare».

Quale?

«Il Piano regolatore generale. È uno strumento notevole per rilanciare la città. Ma su questo i singoli consiglieri devono decidere se essere della partita: il rischio è che il piano si riduca a una semplice sommatoria delle singole aspettative».