Civico a Bruxelles: un appello su Brennero e corridoi umanitari

Il consigliere provinciale del Pd, Mattia Civico, ieri era a Bruxelles dove ha incontrato alcuni parlamentari europei per esprimere la preoccupazione sulla ripresa imminente dei controlli al confine con il Brennero e per condividere alcune iniziative legate all'accoglienza dei profughi in Europa, sulla base dell'esperienza trentina dei corridoi umanitari.
"L'Adige", 5 maggio 2016


«Con il presidente dei socialisti e democratici europei Gianni Pittella - spiega Civico - abbiamo condiviso la necessità di dare un segnale comune tra istituzioni europee e territori dell'Euregio al fine di confermare il valore indissolubile dell'Unione Europea che non può ammettere la creazione di nuovi confini, ma che invece deve rafforzare la solidarietà tra stati e territori e dunque adottare nuovi modelli di accoglienza verso chi fugge dai conflitti. Ho potuto raccontare l'esperienza trentina dei corridori umanitari avviati nei mesi scorsi su impulso della Comunità di Sant'Egidio e ho chiesto che questa potesse a breve trovare ascolto presso il Parlamento Europeo. Inoltre ho riportato al presidente Pittella la richiesta dei rappresentanti dei profughi siriani in Libano di poter avere ascolto e diritto di parola nelle sedi ove avvengono le trattative di Pace, affinchè il superamento dei conflitti tenga presente le necessità delle popolazioni oltre che dei rappresentanti delle parti in conflitto. Ci siamo dati appuntamento a breve a Trento».
Civico ha incontrato anche l'eurodeputato austriaco Josef Weidenholzer che sta promuovendo iniziative sul tema dell'accoglienza dei migranti e sulla promozione di politiche di risoluzione dei conflitti, in particolare ad Indomeni e in Turchia. 
Infone, Civico ha parlato con l'europarlamentare del Pd eletta nel collegio del Nord-Est, Cécile Kyenge, con cui ha discusso dell'urgente necessità di rivedere il regolamento di Dublino, come già deliberato dal Consiglio d'Europa, e di lavorare nella prospettiva di adottare sistematicamente i corridoi umanitari come modello alternativo di messa in sicurezza delle persone che fuggono dai conflitti.